Da Riviera Oggi n. 764

 

MARTISNICURO – Ittiturismo e Pescaturismo: la marineria truentina cerca una svolta per risollevarsi dalla crisi ipotizzando due attività poco note ma che potrebbero costituire un forte richiamo per il turista che vuole vivere il mare non solo per il sole o la spiaggia dorata.

La proposta è stata lanciata qualche tempo fa al Comune da Franca Ferreri, presidente dell’associazione Martinpescatori, che ci ha illustrato nel dettaglio come dovrebbe essere sviluppato il progetto e soprattutto la tempistica di realizzazione. Oltre ad avere una barca, la famiglia Ferreri si occupa attraverso un laboratorio specializzato dell’allestimento, del montaggio e della riparazione di reti e attrezzatura da pesca, con commissioni che arrivano da diverse parti d’Italia.

«Per lavoro – ha spiegato la Ferreri – ho avuto modo di entrare in contatto con numerose marinerie italiane, e ho constatato che quella truentina è una delle più arretrate. Ho deciso quindi di creare un’associazione che riunisca gli operatori del settore per organizzare al meglio il nostro lavoro e avere più voce in capitolo anche con le istituzioni».

Prendendo quindi spunto da altre realtà marinare e confrontandosi anche con diverse associazioni, tra cui la Federcopesca Abruzzo, la Ferreri ha deciso di farsi portavoce presso il Comune delle esigenze dei pescatori truentini, presentando alcune proposte per promuovere sia la pesca che il turismo locale.

L’idea in pratica sarebbe quella di ripristinare un antico rapporto tra pescatori e turisti che col tempo è andato perduto e che potrebbe costituire un’attrazione non indifferente per la città. «Vorremmo avere dei carrettini appositi, già utilizzati in altri approdi, per poter vendere il pesce fino a tardi sulla spiaggia: al momento questo non è possibile poiché ci arrangiamo con sistemi di fortuna che ci consentono di sostare solo per alcune ore all’alba. Ma avendo a disposizione dei banconi mobili chiusi, coperti da tende e refrigerati col ghiaccio potremmo restare più a lungo, fino a tarda mattinata. Ai turisti potremmo così illustrare le varie caratteristiche del pescato: molte specie di ottima qualità e di basso costo spesso restano invendute solo perché il cliente non ne conosce le proprietà».

Un percorso di conoscenza del prodotto locale quindi che si potrebbe approfondire ulteriormente anche attraverso la Pescaturismo, ossia dando la possibilità a chi lo volesse di salire in barca con i pescatori, prendere il largo, pescare il pesce e poi cucinarlo al ritorno direttamente nel porto.

«Abbiamo già fatto la richiesta alla Capitaneria di Porto per l’autorizzazione alla Pescaturismo – ha proseguito la Ferreri – ma a parte i tempi burocratici per il rilascio delle carte l’avvio dell’iniziativa dipende anche da numerosi fattori relativi all’assegnazione dei box per la piccola pesca. Abbiamo fatto delle specifiche richieste al Comune su come dovrebbero essere allestiti alcuni locali, e siamo in attesa di una decisione definitiva».

L’idea dell’ittiturismo piace comunque anche agli operatori turistici truentini: qualora non si riuscisse a far partire in tempo l’iniziativa per l’estate presso il porto, alcuni hanno già dato la disponibilità ad allestire presso le proprie strutture appositi gazebo in cui i pescatori potrebbero vendere il pesce e illustrarne qualità e caratteristiche ai bagnanti.