SAN BENEDETTO DEL TRONTO – I ricercatori dell’Università della California, hanno sintetizzato i dati di oltre 10 mila bambini ed adolescenti tra i 2 e i 17 anni, dall’anno 1999 al 2004, in un progetto della National Health and Nutrition Examination Survey ( NHANES ).

Sono stati valutati, oltre dieta ed esercizio fisico svolto, i consumi di supplementi vitaminici e minerali.

È emerso che esiste il pericolo di un sovradosaggio, soprattutto in bambini dai 2 ai 4 anni, dove, a volte, la pastiglia di vitamina viene usata come una caramella. Dove, invece, vitamine e minerali sarebbero stati utili, come per esempio in bambini sottopeso o con problemi nutrizionali, non se ne faceva uso. Fattori socio-economici potrebbero essere la causa, ma anche uno stato di malnutrizione non riconosciuto.

Manca una regolamentazione a riguardo e mamme troppo accondiscendenti, senza regole alimentari per i propri figli ed il timore di qualche carenza dietetica, mettono in atto un “fai da te” spesso improprio, dove l’eccesso, potrebbe portare ad effetti dannosi quali dolori addominali, nausea, vomito, problemi epatici e renali.

Premesso che, per garantire un corretto accrescimento è necessario introdurre un giusto apporto di nutrienti, nonché di vitamine e sali minerali, la vera carenza è dovuta, oltre che per la scarsa conoscenza delle più elementari norme di corretta alimentazione, anche perché, a verdura e frutta, i bambini preferiscono mangiare cibi sbagliati.

Non è necessario dare supplementi vitaminici e minerali a bambini e adolescenti in salute e che seguono un’alimentazione sana e varia, ricca di frutta fresca, verdure, cereali, carni magre, pesce, latte e latticini.

Se invece l’alimentazione non risulti così completa, dovrà essere il pediatra o il medico curante a valutare lo stato nutrizionale del bambino e l’effettiva necessità di fare ricorso ad un integratore, come nel caso di alcune patologie dove l’integratore diventa indispensabile e spetterà al medico stabilire la tipologia e il dosaggio.