SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Le Unioni di Comuni non fanno risparmiare poi così tanto sui costi dei servizi comunali. Questa la tendenza messa in luce dalla relazione recentemente presentata dalla Corte dei Conti delle Marche.
L’indagine contenuta nella deliberazione 5/2009 porta in luce che l’Unione di Comuni Vallata del Tronto non ha presentato dati alla sezione Controllo della magistratura contabile «nonostante vari solleciti» (si legge nell’atto). Per l’Unione dei Comuni della Valdaso le spese nei servizi comunali sono diminuite del 5,91% tenendo presente i dati reali al netto dell’inflazione.
A San Benedetto, intanto, l’ipotesi di cogestire alcuni servizi con i Comuni vicini nell’ottica di una Città Grande (contenuta nel Programma di Mandato Gaspari) sembra essersi arenata, non tanto per colpa del Comune rivierasco ma per via della mancanza di intenti da parte dei Comuni vicini. L’ultimo atto ufficiale approvato da San Benedetto risale esattamente ad un anno fa ed è l’atto d’indirizzo per la costituzione dell’Associazione Intercomunale del Piceno, un documento che rimaneva molto sul generico, lasciando la parola sul come consorziare i servizi comunali a un successivo tavolo tecnico. Poi sarebbero dovuti seguire l’approvazione da parte del Consiglio comunale e gli atti paralleli dagli altri otto Comuni aderenti (Acquaviva Picena, Cossignano, Cupra Marittima, Grottammare, Monsampolo, Montalto Marche, Monteprandone, Ripatransone). Per San Benedetto finora non risulta nessun atto. Trattandosi del Comune capofila, le indicazioni da trarre sarebbero dunque che non se ne fa più nulla?
I DATI DELLA CORTE DEI CONTI Tornando all’indagine, è un fatto che in termini reali e al netto dell’inflazione solo 6 delle 14 Unioni di Comuni esistenti nelle Marche hanno visto risparmi significativi rispetto all’ultimo anno nel quale gli stessi servizi ora consorziati venivano esercitati dai singoli enti. Come fa notare Andrea Biondi sul Sole 24 Ore, può anche darsi che lo standard di qualità dei servizi sia stato nel frattempo spostato verso l’alto, con il conseguente incremento dei costi. Di certo ora questo non si può provare, dato che mancano indicatori di performance tali da giustificare aumenti dei costi nei servizi. Per la Corte, «non è ancora ben radicata la cultura della misurazione delle funzioni e dei servizi pubblici».
NEL DETTAGLIO Per l’Unione dei Comuni Valdaso i servizi comparabili tra i dati post–Unione 2006 e quelli pre–Unione del 2000 sono la polizia locale che ha avuto un incremento di spesa del 83%; la raccolta smaltimento rifiuti diminuita del 9%; i tributi, gestiti direttamente dall’Unione con l’istituzione di uno sportello di assistenza per l’utenza, che hanno avuto una riduzione di spesa del 8%. Complessivamente, si è riscontrato un aumento della spesa del 11% (860.082 euro nel 2000, 951.998 nel 2006), che però in termini reali, considerata l’inflazione, si traduce in un risparmio del 5,91%.
Fra gli esempi più virtuosi troviamo l’Unione Pian del Bruscolo (76,6% di risparmio fra 2001 e 2006), l’Unione Ostra-Ripe (51,975 di risparmio fra 2004 e 2007). I casi peggiori sono l’Unione Castel Colonna-Monterado (spesa aumentata del 70,5% fra 2000 e 2006) e l’Unione Media Vallesina (aumento del 25% fra 2002 e 2006).
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L’indagine contenuta nella deliberazione 5/2009 porta in luce che l’Unione di Comuni Vallata del Tronto non ha presentato dati alla sezione Controllo della magistratura contabile «nonostante vari solleciti»
cioè siamo all’evasione pubblica vera e propria e poi dovrebbero controllare i cittadini?
Comuni come Castel di Lama, Spinetoli ed Offida hanno rastrllato una marea di euro dalle tasche dei cittadini con multe ( salate e date in appalto) ICI, Tarsu ed altro e poi non comunicano lo stato del bilancio alla Corte dei Conti?
Se non erro sono aree dove hanno rilievo politico Agostini e Mandozzi.
Finchè in Italia avremo aziende di servizi e consorzi pubblici diretti da persone che non hanno competenze specifiche ma solo la tessera di partito non avremo mai un'efficienza nelle spese della pubblica amministrazione.
Perchè non fare dei corsi di formazione condotti dai dirigenti delle realtà che si sono dimostrate più virtuose? Perchè non aumentare i controlli o ancor meglio obbligare tutti gli enti a pubblicare su internet le spese di gestione e le cose effettivamente realizzate?
E perché mai i comuni nominati nell’articolo si dovrebbero unire a San Benedetto del Tronto? Forse per avere dei bei parcheggi blu a pagamento o forse per essere tartassati maggiormente, visto che questo comune detiene il primato della tassazione in regione? Come possiamo constatare dall’indagine della Corte dei Conti, le Unioni non sembrano vantaggiose sotto il profilo dei costi di gestione, oltre a non essere perfettamente trasparenti. La “grande città” sambenedettese persiste solo nelle teste ambiziose di alcuni che soffrono del complesso di inferiorità. In ogni caso l’articolista Panichi è in errore quando afferma che non vi sono servizi cogestiti… Leggi il resto »
x vladimiro ("a ben guardare sono anni che molti comuni del nostro territorio gestiscono in sintonia alcuni dei principali servizi") certo che sì: pensate alla Picenambiente, che gestisce i rifiuti in decine di Comuni soci. Oppure alla Start, per il trasporto pubblico. Ma un conto è l'affidamento (in house, senza gara cioè) che i singoli Comuni fanno a società di servizi pubblici con capitale pubblico-privato, o la gestione dell'accoglienza turistica che già fa una società consortile come il Consorzio turistico Riviera delle Palme; un altro conto è invece l'affidamento che a una società del genere farebbe una Unione dei Comuni.… Leggi il resto »
Max80: hai ragione, hai individuato il vizietto della Pubblica amministrazione (che come tutti sanno non sono i fannulloni ma le tessere di partito).
Comunque il concetto di centralizzare i costi per giovare delle economie di scala non è affatto sbagliato (infatti i comuni di valdaso hanno risparmiato un 5% netto che è un buon risultato per iniziare).
Con una buona strategia e visione si potrà giungere ad una maggiore efficienza mantenendo inalterato (a volte migliorando anche) il livello di servizio per il bene della collettività.
Carissimo Oliver non riesco bene ad afferrare le sue posizioni; una gestione partecipata fra vari comuni è in realtà una cogestione intercomunale, se poi si vorrebbe approfondire ed indagare la natura (pessima?) dei contratti questa è un altra cosa. Le società partecipate che lei ha menzionato (tra cui anche la Multiservizi) operano non solo nei comuni nominati nel suo articolo ma anche in quei comuni (non in tutti) che rientrano nelle stesse Unioni a noi vicine. Le ricordo inoltre che alcune delle società partecipate nominate hanno come socio di maggioranza relativa il comune di SBT, le loro sedi costituzionali a… Leggi il resto »