Eluana Englaro. E’ finita una storia molto triste che sotto certi aspetti ha avuto del paradossale, vedi applausi e dolore nello stesso tempo, dopo la morte, da parte di chi era favorevole a quanto poi è avvenuto. Altra distorsione: i dubbi palesi in diretta televisiva sulla “prematura” fine della povera ragazza. Insomma, secondo me, si doveva parlare di meno e tanto meno la storia avrebbe dovuto assumere contorni politici in riferimento ai rispettivi schieramenti, per cui si sarebbe stabilito che, chi è di centro destra la pensa in modo, chi è di centro sinistra in un altro. Roba da matti. Anche se non c’è da stupirsi perché la stessa cosa avviene giornalmente e regolarmente da parte delle due fazioni partitiche per accaparrarsi le simpatie dei credenti, senza pensare che chi ha fede non vede di buon occhio certe manovre politico-elettorali. Dico e preciso per evitare fraintesi o confusione: chi ha fede e cioè chi ritiene la Chiesa come corpo di Cristo e non come una pura e semplice istituzione quale non è.
Per esprimere il mio pensiero sulla triste vicenda parto proprio dalla fede. La prima differenza, infatti, tra i vari pareri andrebbe fatta tra chi crede che Dio esiste e chi no. Solo chi non crede, infatti, può pensare che l’uomo possa arbitrariamente, per un qualsiasi motivo, decidere la fine di un suo simile provocandola in modo illecito, senza che la stessa azione possa definirsi un omicidio. Nel caso di accanimento terapeutico (non mi sembra questo il caso) l’eccezione è d’obbligo proprio perché lo dice la parola stessa “accanimento” che non è esattamente bel sostantivo per credenti e non.
Quindi io ritengo, che si sia fatto un errore (chi lo ha commesso, secondo me, se ne è reso conto un attimo dopo che Eluana è morta) che non troverà assolutamente soluzione nel “testamento biologico” che faranno (sono pronto a scommetterci) per ovvii motivi, pochissime persone indipendentemente dalla loro fede.
Sono altresì convinto che sia stato un errore per il semplice fatto che la scienza medica si è espressa in modi diversi e anche opposti (nel dubbio andava scelta la vita) e che nel 1996 è stato bandito (immagino perché) l’aggettivo permanente subito dopo una diagnosi di irriversibilità per uno stato seppur gravissimo di malattia. In questo la scienza si è mostrata d’accordo, quindi…