SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Pochi giorni dopo che rivieraoggi.it aveva denunciato lo stato di incuria del lato est di via Gramsci (“Via Gramsci: un degrado senza fine, e senza vergogna”) con piastrelle divelte, anfratti ridotti a latrine e buche di varia grandezza, l’umile cronista ha avuto il privilegio di incrociare il primo cittadino Giovanni Gaspari in persona mentre si accingeva ad uscire dal Palazzo.

Ma un pensiero lo blocca. Si ferma. Quindi, rivolgendosi al malcapitato, si chiede e domanda: «Ma quanto può essere profonda una buca?». La questione, messa lì su due piedi, fa tremare i polsi. Difatti, nel quesito, ci sono tutta una serie di implicazioni. Qui non si tratta di una semplice e pura formalità tecnica, come si è portati subito a credere. Della serie: la circonferenza, la profondità, l’ubicazione della cavità in questione.

No. Perché la postura, l’inflessione vocale (volutamente ironica?) e quel punto interrogativo che aleggia nell’aria buttate lì dal sindaco sono ben lontani dall’esigenza spiccia e sbrigativa di avere una risposta terra terra. L’interrogazione assume i contorni della metafisica, da non confondere con metafora, e si perde nella galassia dei rebus irrisolti. Tipo: chi siamo, dove andiamo, essere, non essere.

Il fatto di sentirci destinatari di un tale compito ci riempie di sgomento. Anche perché, ritrovarsi da un momento all’altro assegnatari di una delle tante “consulenze esterne” che di solito hanno ben altri e più prestigiosi destinatari, ci fa sorgere un dubbio atroce: quanto chiedere in parcella?

Poi, riflettendoci su, ne concludiamo che all’esimio Primo Cittadino, oberato come è dal lavoro che la carica esige, sarà sfuggita l’essenza del dilemma filosofico: le buche, innanzitutto, non dovrebbero esserci. E quando a denunciarle sono i cittadini o la stampa, per dirla con il “cuocotopo” Ratatouille: ”La frittata è fatta”.

Ma il rispetto per la Persona e la nostra innata devozione cittadina ci porta ad aiutare spontaneamente. Ecco quindi un poderoso campionario di buche, buchette e bucone (altri “aiutini” sono in arrivo) sulle quali il sindaco potrà sbizzarrirsi e meditare ripetendo il soliloquio amletico: «Ma quanto può essere profonda una buca?».

Chiaramente, per una disamina più attenta di ciascun “caso”, lo invitiamo a rivolgersi ai tecnici del Comune. Non ci sogneremo mai di togliere lavoro ad altri.

PS: tutte le foto delle buche sono state scattate il 29 gennaio 2009. Quelle relative al marciapiede di Viale dello Sport il 30 gennaio 2009