SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Forse non sarà il solito Sanremo, almeno per due buone ragioni. La partecipazione di Povia e degli Afterhours sta già scuotendo il mondo dell’informazione che esprime pareri o riporta giudizi pro e contro gli artisti in questione.
Per la formazione di Manuel Agnelli, sicuramente la rock band italiana più apprezzata degli ultimi quindici anni e da sempre avanguardia della musica indipedente, la canzone “Il paese reale” rappresenta il tramite per entrare nel carrozzone dell’Ariston. Povia invece torna, e lo fa sfoderando un colpo importante, un brano che ha già diviso l’opinione pubblica a partire dallo stesso titolo: “Luca era gay”.
Non se l’aspettavano i fan più convinti dello storica band del rock indie italiano, attiva da 20 anni, con centinaia di concerti sulle spalle, dischi ottimi e presenza anche all’estero e negli States. Dopo “I milanesi ammazzano il sabato” prodotto dalla Universal, nono album considerando i primi due degli esordi in lingua inglese Agnelli & Co. decidono per un passo che molti hanno commentato come la fine della creatività per il gruppo veterano della scena alternative italiana.
Povia invece si lancia in un’avventura che sta facendo parlare molti. A torto o a ragione, l’artista ha avuto fegato a presentare una canzone con un titolo del genere, che racconta una storia al contrario, ispirata alla vicenda di un personaggio reale e vivente.
Da una parte la scelta musicale per gli Afterhours, dall’altra Povia per il testo stanno dando una spintarella al Sanremo che onestamente ci aveva lasciato indifferenti negli ultimi anni.
Dopo il 17 febbraio in ogni caso sapremo se la partecipazione della band al Festival e la canzone di Povia avranno centrato l’obiettivo.
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Ho il sospetto che quest'anno l'emorragia di ascolti sarà più grave del solito per Sanremo.
E sinceramente lo spero. E spero anche che si tratti dell'ultima edizione fatta in pompa magna spendendo milioni di euro dei contribuenti.
Avete mai sentito parlare di Eurovision?
E' una competizione canora che coinvolge tutti i paesi d'Europa (e non solo).
Beh, il carrozzone di stato non l'ha mai trasmessa. Eppure si tratta di musica indiscutibilmente attuale, giovane e soprattutto non di provincia.
Costa troppo, dicono. Poi spendono milioni per il solito triste ed inutile Sanremo.
Meglio uno speciale di SuperQuark.
Uno speciale di spurQuark non dovrebbe essere un'alternativa al solito Sanremo. Semmai un ottimo sostituto degli inutili programmi contenitore domenicali
Nè Sanremo, nè Eurovison (se è quel sanremo europeo che vinse pure la Cinquetti una vita fa), nè X factor, nè quel programma di mediaset in cui ragazzi e ragazze scimmiottano cantanti e ballerini nella spasimante ansia di diventare come loro.
La musica è altrove. L'arte è un'altra cosa. In ogni caso, lontane dalle mani di operatori senza scrupoli e senza (buon) gusto. Ovviamente è una mia valutazione strettamente personale che non chiedo di condividere.