ASCOLI PICENO – Massimo Rossi, presidente della Provincia di Ascoli (Rifondazione Comunista) e gli assessori Nino Capriotti (Socialisti) e Olimpia Gobbi (indipendente), scrivono una lettera sulla divisione della provincia per la nascita della nuova di Fermo criticando fortemente il Partito Democratico. Si è ormai giunti ad una rottura irrimediabile?

Pubblichiamo di seguito il testo.
Pur ritenendo oramai vano ogni sforzo ulteriore di chiarimento e valorizzazione del rigoroso e partecipato lavoro che ha portato all’adozione delle Delibere di Giunta sulla divisione della Provincia, decisa dal Parlamento prima del nostro mandato, non possiamo esimerci dal proporre una chiave di lettura utile al cittadino per orientarsi nella grande confusione alimentata da più parti e per non perdere definitivamente la fiducia nelle Istituzioni.

Nessuno può negare che un’eventuale mancata adozione delle delibere di divisione del personale del patrimonio avrebbe rappresentato, all’indomani delle imminenti elezioni, il blocco delle attività amministrative di ambedue le nuove Province e il potenziale dissesto finanziario di quella ascolana.

Così come non può sfuggire che la grande quantità delle questioni da definire, la complessità tecnica delle stesse, il numero dei soggetti da coinvolgere nelle intese non avrebbero mai potuto consentire una piena e generale condivisioni di tutti gli aspetti dell’accordo da parte di tutti.

In casi come questi, ad ogni amministratore responsabile ed orientato alla migliore soluzione possibile dei problemi si impone il dovere di assumersi le proprie responsabilità evitando “lo sfascio”.

A tal proposito non è difficile immaginare cosa sarebbe successo se la maggioranza dei componenti della Giunta avesse scelto di bocciare gli atti proposti, peraltro suffragati da tutti i pareri tecnici, amministrativi e contabili richiesti, come due degli assessori del Pd ascolano hanno deciso di fare obbedendo alle indicazioni del proprio partito.

La decisione di scrollarsi di dosso le proprie responsabilità di governo dei problemi reali per scegliere atteggiamenti disgregativi nella contrapposizione tra ascolano e fermano, tali da lacerare la coesione interna degli stessi partiti, ci appare purtroppo il segno di una politica che non sa anteporre il bene comune alle rivendicazioni personalistiche o agli scontri legati a questa o a quella “bottega” in vista dell’imminente campagna elettorale.

D’altro canto, l’eventuale bocciatura del bilancio minacciata da alcuni esponenti del Pd o addirittura le dimissioni dell’intero Consiglio proposte dall’on. Ciccanti, qualora attuate, darebbero la chiara e definitiva percezione che per alcuni l’Istituzione e il territorio rappresentano semplicemente delle scacchiere per giocare partite di potere e di carriere.

Questi atteggiamenti ignorano l’importanza dei tanti progetti strategici già in atto (SGL Carbon, Parco marino del Piceno, elettrificazione della ferrovia Ascoli-Porto d’Ascoli, progettazione e destinazione condivisa del fondi europei, sostegno per l’accesso al credito per le piccole imprese, superamento del precariato e supporto ai cassintegrati,…) fondamentali per il rilancio del territorio e la ripresa delle dinamiche occupazionali; progetti portati avanti con serietà e innegabili risultati in questi anni, ai quali ci richiamano le associazioni datoriali, i sindacati, i cittadini, le istituzioni scolastiche che quotidianamente condividono con l’Amministrazione Provinciale l’impegno costruire le migliori soluzioni.