SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Esausti, alcuni addirittura quasi con un filo di voce per lo sforzo immane che ha richiesto un campo pesante al limite della praticabilità. Ma in tutti e tre, Ottavio Palladini, Fabrizio Cammarata e Francesco Ferrini la consapevolezza di aver disputato una tra le più belle partite viste al “Riviera” negli ultimi anni.

Rifilare quattro reti al Verona non è da tutti. Specie per una squadra rinnovata per cinque undicesimi e con un allenatore che ha avuto cinque giorni di tempo per amalgamare la squadra a lui sconosciuta.

Palladini è uscito dal campo in una standing-ovation d’altri tempi con la curva a gridare: «Ottavio uno di noi». Ma l’inossidabile centrocampista rossoblù si schernisce: «Ricevere attestati delgenere fa sempre piacere. Ma l’importante è stato lo spirito con il quale abbiamo affrontato la partita. Non abbiamo sbandato nei momenti difficili e siamo riusciti a riprenderci alla grande dopo la batosta del 2 a 1».

Da veterano ed esperto qual è sa che c’è sempre qualcosa da migliorare ed aggiunge: «Non tutto è filato liscio. Ancora una volta abbiamo preso gol su palle inattive. In ogni caso il rigore su di me c’era tutto. Se sono stato furbo? Io direi caparbio ad entrare in area ed a trascinami la palla in mezzo agli avversari. Per il resto abbiamo profuso quella cattiveria che in altri momenti ci è mancata. Abbiamo sette partite in casa. E’ lì che dobbiamo costruirci la salvezza».

Cammarata aveva annunciato che forse non avrebbe esultato in occasione di un gol contro la squadra dove aveva giocato quattro anni della sua carriera, ma «è stato più forte di me. Forse perché era da tanto tempo che non segnavo così, che non mi è parso vero. Più che la mia è stata la partita della Samb. Abbiamo disputato un grande incontro riuscendo a ribaltare il risultato contro una squadra di assoluto valore. Grazie anche al grande sostegno del pubblico. E’ stata la vittoria della volontà e del carattere».

Riguardo al suo ormai proverbiale ottimismo aggiunge: «E’ essenziale avere un approccio sempre positivo alla partita. Anche quando le cose vanno male bisogna sempre pensare al bicchiere mezzo pieno altrimenti non si fa che aggravare o ingrandire il problema. Alla faccia di chi mi considera vecchio a 33 anni».

Ferrini avrebbe una montagna di sassolini da togliersi dalle scarpe ma esordisce in modo molto sereno: «Sono contento che il mio gol abbia dato quella sicurezza che ci voleva e che sia arrivato in un momento topico della partita. Carozza ha pennellato un cross incredibile ed io non ho fatto altro che inserirmi da centrocampista libero».

Alla domanda se in quel colpo di testa ci fosse la risposta a qualcuno chiarisce: «Io non ho mai litigato con nessuno e ci tengo a ribadirlo. E’ stato un periodo un po’ difficile che ci può stare nella carriera di un giocatore. E, difatti, eccomi qua di nuovo».

A chi gli chiede cosa c’è di nuovo in questa squadra sottolinea: «Senz’altro lo spirito e l’approccio mentale alla partita. Poi l’innesto di giocatori d’esperienza che riescono a tenera a galla la squadra anche nei momenti difficili e questo lo si è visto chiaramente quando in meno di sei minuti ci siamo visti raggiungere e superare»