SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Nel mio editoriale a pagina 2 di Riviera Oggi in edicola ho già espresso le mie perplessità sul momento che sta vivendo in questi giorni, direi da un paio di mesi, la Sambenedettese Calcio. Editoriale nel quale metto in rilievo che i guai e le più gravi ripercussioni sono iniziate da quando il presidente Gianni Tormenti si è un po’ defilato lasciando ad altri la gestione del rapporto con i media e forse anche con la squadra. Ho sempre apprezzato il suo modo intelligente di spiegare e far capire.

Tanto è vero che è sempre stato difficile contraddirlo sul piano della logica e della trasparenza. Ricordo che ebbi modo di elogiarlo anche in conferenza stampa per come si era calato nel ruolo nonostante la sua poca esperienza nel mondo del calcio. Neanche alcune scaramucce tra tifosi e suo fratello Marcello ne avevano, almeno per me, scalfito l’immagine. Occasioni nelle quali lo stesso Marcello ha dimostrato maturità evitando scontri diretti con la tifoseria lasciando il compito al suo meno focoso fratello maggiore.
La notizia dell’ultima ora però è che alla richiesta di notizie da parte di Pier Paolo Flammini su chi sarà il nuovo allenatore, il presidente rossoblu si è arrabbiato con lui perché reo di aver evidenziato in modo sbagliato i motivi che hanno portato alla mancata convocazione di Ferrini e per altre notizie (che il presidente ritiene fantasiose) di carattere tecnico-societario.

Tutto comprensibile ed anche accettabile dal suo punto di vista. Meno accettabile chiederci di intervistare Pieroni e non lui, e molto meno ancora apostrofare con il termine maleducato il mio redattore, il sottoscritto e un altro (imbecille) di cui non abbiamo capito le generalità.
Pieroni non dobbiamo intervistarlo perché non ricopre alcuna carica all’interno della società rossoblu: su Pieroni che tra l’altro al sottoscritto risulta che è stato nominato soltanto per nome e cognome senza che nessuno abbia mai accostato le sue generalità ad aggettivi dispregiativi o elogiativi. Pieroni è Pieroni e basta. Le fantasie sono altra cosa. L’accusa di maleducazione l’accettiamo ancor meno perché non fa parte del nostro dna. Anzi ci è capitato di mantenere questa nostra caratteristica anche in circostanze che un po’ di nostra (mia) maleducazione sarebbe stata anche giustificata.
Come dico nell’editoriale, però, io continuo a confidare nell’intelligenza di Gianni Tormenti al quale rinnovo l’invito a tornare protagonista a 360 gradi.