SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Enrico Piccioni sembra avvertire tutto il peso e la responsabilità del momento. In quanto a fiducia da parte della società sa di aver riscosso un assegno post-datato prossimo alla scadenza mentre quello dei tifosi e dell’opinione sportiva cittadina in generale è andato già in protesto. Non cerca scusanti sapendo che tutti i numeri gli sono contro. E’ all’ultima spiaggia e ne è consapevole
Come si sente in un momento come questo?
«Sono cosciente che siamo in una situazione molto difficile. Ora non ci resta che rimboccarci le maniche e cercare di riprendere il discorso interrotto dalla partita con il Venezia. Ci tengo a dire che, da qui in avanti, non stiamo parlando della stessa squadra ma di una nuova Samb. I nuovi arrivi permettono delle soluzioni nuove e ricambi di qualità».
Esempio?
«Che, facciamo gli scongiuri, si dovesse far male un attaccante, non sarò costretto a schierare un paio di ragazzini ma sostituti esperti e all’altezza. Finalmente abbiamo un organico dove, in ogni ruolo, ci sono giocatori adatti al reparto di competenza e pronti ad apportare la loro esperienza».
E’ consapevole che lei, in pratica, è appeso ad una partita?
«Noi dobbiamo essere professionisti e comportarci come tali. Per cui, per quanto mi riguarda, domenica, finita la partita si vedrà. Se non dovesse andare nel verso giusto sarò il primo a chiedere scusa».
Dando le dimissioni ?
«Non ho detto questo. Ma certamente mi assumerò le mie responsabilità come ho fatto sia da calciatore che da allenatore. La prossima partita con il Pergocrema non è tanto importante per me ma quanto per la squadra. Per noi deve essere un nuovo giro di boa come lo fu quella con il Portogruaro. Dobbiamo ripartire da lì. Non ci sono alternative. Ora ci aspettano diciassette finali da play-out. E’ questo lo spirito con il quale dobbiamo scendere in campo».
E’ d’accordo che con il Novara si sono visti dei cali psicologici preoccupanti?
«Giustamente il tifoso giudica per quel che vede. Io devo andare più in là e cercare di cogliere, oltre agli aspetti negativi, anche quelli positivi, se ce ne sono. E mi sembra che la Samb abbia retto bene la partita per tre quarti della gara. Abbiamo preso il goal quando meno ce lo aspettavamo. Non voglio cercare scusanti ma forse è utile sottolineare che, a causa di influenze varie, non abbiamo potuto schierare elementi come Palladini, Ferrini, Olivieri. Quindi siamo stati costretti a far esordire tutti i nuovi arrivati e anche quelli recuperati di recente con il risultato che, a mezz’ora dalla fine, avevano esaurito le energie necessarie»
Tre, al massimo quattro tiri in porta in novanta minuti: non crede siano stati un po’ pochi?
«Sì, ma con un alto quoziente di pericolosità. Mi riferisco alla punizione battuta da Visone, alle occasioni mancate da Pippi nel primo tempo e subito dopo essere andati in svantaggio. A guardarli ora rientrano nel quadro negativo dell’incontro ma, cercando di analizzare a mente fredda, è sinonimo che c’eravamo anche noi, eccome».
Stanno arrivando giocatori a getto continuo, pensa di farcela a gestire la situazione?
«Meglio così che il contrario. Con questa nuova struttura organica si avrà la possibilità di adattare diversi moduli a seconda dell’avversario e non uno solo adatto a tutte le stagioni come siamo stati costretti a fare fino ad ora per mancanza o inadeguatezza di giocatori»
E’ consapevole che, se per lei c’erano poche scusanti prima, ora ce ne saranno ancor meno?
«Posso solo dire che ringrazio la società per avermi messo a disposizione una squadra fortemente rinnovata ma soprattutto rinforzata in ogni reparto. Io ce la metterò tutta per rispondere alla fiducia accordatami. Insieme con la squadra andremo ad affrontare questa trasferta come fosse la partita della vita. Da lì ripartire con quel ciclo che ci aveva portato ad incamerare sette risultati utili consecutivi»

Comunque vada la partita di domenica prossima Piccioni potrà sempre consolarsi con il corso allenatori di Coverciano dove, a partire da lunedì, è previsto uno stage di tre giorni per ascoltare, in un incontro “ad personam”, il verbo calcistico di Josè Mourinho.