SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Nell’ambito del dibattito interno al Partito Democratico sambenedettese, relativo allo stato dell’arte dell’amministrazione comunale ed anche allo stato di salute nel partito nato dalla fusione di Ds e Margherita, riceviamo e pubblichiamo questa lettera aperta da parte di Felice Gregori, coordinatore cittadino del Pd

“Il titolo di questo mio intervento è riferito all’articolo pubblicato dal militante storico nonché amico Italo Bollettini (ci conosciamo da circa quarant’anni), come risposta alle sue considerazioni, dato che mi ha personalmente chiamato in causa.

Sicuramente il momento per il Partito Democratico non è dei migliori e le difficoltà che si stanno incontrando a livello nazionale e che sono sotto gli occhi di tutti, non depongono a favore di una crescita del partito come coinvolgimento entusiasta da parte di tutti coloro che credono in questo progetto come il sottoscritto, come Italo e tanti altri.

Le difficoltà si palesano in maniera evidente ed il fatto che già si stia parlando di come e quando organizzare il primo congresso del Pd (che alcuni pensano sia da svolgere immediatamente dopo le elezioni della prossima primavera) la dice lunga sull’effettivo stato del partito a tutti i livelli. (vedi i casi di Napoli, Firenze, Torino)

Questo mi spinge a chiedere a tutti coloro che credono nel progetto del Partito Democratico: ma chi è il Partito Democratico? Chi dovrebbe essere l’artefice della costituzione del partito? Cosa significa far parte di un partito?

Mi pongo e giro a tutti questa domanda perché a giudicare dagli interventi che a più riprese si manifestano sembra quasi che il Partito Democratico sia una società di servizi alla quale si paga un canone per cui si ha il diritto di sfogare nei suoi confronti le proprie frustrazioni ritenendo che i diversi coordinatori abbiano l’obbligo di prendere tutte le ingiurie e subire tutti gli sfoghi senza il diritto ad alcuna replica.

Io penso che se si sente di essere protagonista nella costituzione di un partito, buonsenso e logica vorrebbero che innanzitutto ci si iscriva a quel partito e soprattutto che ci si impegni a dedicarvi un po’ del proprio tempo libero alla sua crescita.

Siamo sicuri che tutti possano affermare di aver fatto del proprio meglio per far crescere il Partito Democratico o piuttosto non sia più comodo e conveniente muovere critiche affinché la propria coscienza sia tranquilla e si possa giustificare le proprie incongruenze?

Di conseguenza l’ulteriore domanda è la seguente: ma quando avete dato la vostra adesione al nuovo partito e quanto tempo avete dedicato alla crescita dello stesso?

L’episodio cui si riferisce l’amico Italo, e mi scuso per il tono accentuato per gli stessi motivi da lui addotti, ovvero il mio intervento in quella riunione, è stato così irruente non per difendere l’operato del sottoscritto, bensì per quello dell’operato della coordinatrice del “circolo centro”, oltretutto dopo che all’amico Italo è stato più volte rivolto l’invito a dare una mano alla coordinatrice stessa, inviti che sono caduti sistematicamente nel vuoto.

Quante volte è stato negato il confronto ad Italo Bollettini? Quante volte ha fatto proposte che non siano state discusse?Quanto tempo dedica Italo Bollettini al Partito Democratico?

Credo che Il cambiamento sia anche in queste cose, oggi si invoca con troppa superficialità il cambiamento, probabilmente per malinconia del passato; ma passato remoto, non recente!

Certo il partito del “centralismo democratico” può indurre a dire che forse era meglio di quello di oggi, ma oggi come oggi siamo sicuri che quel modello sia applicabile?

Penso che oggi siamo tutti impreparati ad affrontare un nuovo scenario e sicuramente dobbiamo trovare un nuovo modello che non può esimerci da un impegno diretto per poter portare avanti il progetto del Partito Democratico, se effettivamente ci si crede.

Io sono disposto a tutte le critiche, ma vorrei che le stesse siano fatte sulle questioni che si discutono e non solo sulle sensazioni che a pelle si registrano perché vorrei mettere in evidenza che un partito cresce solo se ci sono persone che si impegnano per la sua crescita e non per il solo effetto del segretario o del coordinatore.

Questo l’amico Italo lo sa molto bene come lo sanno tutti coloro che come lui hanno una lunga esperienza di militanza politica ma sa altresì perfettamente che nei momenti di difficoltà è più facile sparare a zero su chi rappresenta quel partito piuttosto che fare squadra e dare il proprio contributo per superare la difficoltà.

Chi oggi si trova a guidare il partito lo fa solo per pura passione politica e per inseguire un sogno che è quello della costituzione di un nuovo partito riformista che sia da riferimento a tutti coloro che ritengono che una società più equa e solidale della attuale ci possa essere e che non si possa essere governati da chi ritiene giusto mettere una tassa di permanenza a chi è in Italia per lavorare e per migliorarsi.

Ricordo che ci sono le forme democratiche che tutelano tutti gli “iscritti” al Partito Democratico che danno loro la possibilità di cambiare chi si ritiene inadeguato alla conduzione del movimento cui si fa parte.

Per quanto mi riguarda sono sempre aperto al confronto e rinnovo l’invito all’amico Italo di partecipare di più alla vita del partito e a dedicare allo stesso uno spazio adeguato al suo tempo prezioso, così magari riuscirà a dare un valido contributo anche nell’affrontare le dinamiche che includono le scelte amministrative potendo contare sulla sua lunga esperienza piuttosto che abbandonarsi a critiche che sono il frutto di notizie raccolte durante la passeggiata che si fa in piazza.

Sicuramente avrebbe potuto dare il suo prezioso contributo per trovare la strada migliore anche per dirimere la questione legata all’amministrazione a cui ha fatto riferimento.

Felice Gregori

*Coordinatore cittadino del Partito Democratico di San Benedetto del Tronto