GROTTAMMARE – Si continua a discutere dell’aumento dei buoni mensa, che da 50 passano a 70 euro ad anno scolastico iniziato.

«Assolutamente inaccettabile – dice Raffaele Rossi, a nome del Popolo delle Libertà – il gravoso aumento dei buoni mensa scolastici, in quanto ingiustificabile e assolutamente vergognoso specialmente in un momento economico cosi duro».

Anche Rossi, come molti altri grottammaresi, afferma che aumentare i buoni significa andare a colpire la famiglia, già con problematiche economiche per la crisi e la chiusura di fabbriche.

«Nessuno nega l’inflazione o i tagli – continua Rossi – ma la responsabilità dell’aumento è del Comune, e non del Governo, non è stato Silvio Berlusconi ad aumentare i buoni mensa, come non è stato lui ad assumere Fabbioni, che costerà più di 31 mila euro cioè il 50% dell’aumento delle mense, ma è stato Luigi Merli».

Parlando di numeri, Rossi afferma che «il costo delle mense per l’anno 2008 è di 571 mila euro, nel 2009 costo di previsione è di 583 mila euro, quindi un aumento pari al 2,1%. Per tale servizio nel 2008 era previsto un rimborso da parte degli utenti di 178 mila euro, che nel 2009 passa a 248 mila euro con un aumento del 40%. I dati forniti dalla Ragioneria evidenziano una chiara volontà politica nel “maltrattare” i buoni pasto delle scuole. Si tiene a sottolineare che al contrario di altri servizi, la legge non prevede una percentuale obbligatoria di rimborso da parte degli utenti: in teoria se un Comune volesse potrebbe azzerare il costo delle mense».

Cosa si poteva fare per evitare l’aumento dei buoni pasto? «Evitare nuove auto blu, l’assunzione personale senza estrema esigenza, il mancato recupero di 50 mila euro per una causa del lavoro persa, tagliare qualcosa al Cabaret amoremio! che per tre serate costa oltre 100 mila euro, ed altro».

«Ci meraviglia l’assordante silenzio di Rifondazione, che secondo i proclami non avrebbe dovuto accettare un aumento cosi grave e gravoso», conclude il Pdl.