Samb. Nell’ultimo commento riguardante la Samb, che ho appena moderato, un lettore scrive che si sta creando un pericoloso distacco tra dirigenza rossoblu e tifoseria. Ma anche che chi ama veramente la nostra gloriosa squadra di calcio non può restare impassibile e subire passivamente questa strana situazione.
Devo riconoscere che le sue considerazioni non si discostano molto dalla realtà e che, in effetti, sta accadendo qualcosa del genere. Specialmente per il secondo aspetto, credo che vengano tirati in ballo gli organi di informazione locali.
Ha ragione, per lo meno dal mio punto di vista, perché noi giornalisti sambenedettesi abbiamo il preciso compito di informare correttamente ma anche di tutelare il blasone del quale siamo tutti tifosi accaniti, il sottoscritto lo è da oltre cinquant’anni.
Ritengo sbagliato che uno di noi debba scrivere di Samb come se scrivesse di Inter, Milan, Juventus, Ancona eccetera. E cioè: rispondere a certe situazioni, a certi presunti errori, con il proverbio: «Chi è causa del suo mal pianga se stesso» perché non sarebbe colpa nostra se la Samb dovesse retrocedere. Innanzitutto perché, in quanto giornalisti-tifosi, il “mal” lo subiamo anche noi.
Per questo motivo io non riesco proprio a fregarmene se la società, nonostante i numeri, continua ad insistere su certe posizioni a livello tecnico.
Un piccolo esempio: Enrico Piccioni in 32 gare alla guida della Samb (compreso il periodo con Scarpantoni in panchina) ha collezionato 14 sconfitte e 9 vittorie; Guido Ugolotti in 46 gare ha collezionato 15 sconfitte e 17 vittorie. Con questi risultati Ugolotti viene visto come un “appestato” perché avrebbe fatto danni alla causa rossoblu, Piccioni come un allenatore da confermare nonostante il penultimo posto in classifica. Senza considerare che, l’attuale tecnico rossoblu, per mettersi alla pari del suo predecessore, deve fare nelle prossime 14 gare (quelle che mancano per arrivare a 46) 8 vittorie ed una sola sconfitta. In tal caso (tra l’altro quasi impossibile da verificarsi) avrebbe fatto gli stessi risultati di Ugolotti e cioè di un tecnico da scartare.
Di fronte a certi dati chi vuol bene alla Samb non può che chiedere in modo trasparente alla famiglia Tormenti di sostituire Piccioni (non mi sembra nel calcio una cosa così inverosimile o offensiva) con un tecnico più bravo o più fortunato, fate voi.
Un tentativo oggi indispensabile, tra l’altro, perché metterebbe chiarezza sulla reale consistenza della rosa messa a disposizione dalla società.
Normale anche che una situazione così irreale porti ad illazioni che, nel tempo, potrebbero rivelarsi soltanto frutto di fantasie frustrate. Noi ci auguriamo questo e la salvezza della nostra amata squadra. La C2, infatti, in queste condizioni, equivarrebbe alla definitiva fine del “connubio amoroso” tra città e colori rossoblu. Noi faremo di tutto affinchè ciò non accada mai.