PESCARA – Ritira le dimissioni da sindaco d Pescara ma in contemporanea presenta un certificato medico che gli impedirà di tornare al governo della città, che passa nelle mani del vicesindaco Camillo D’Angelo. Luciano D’Alfonso, segretario regionale del Pd e primo cittadino pescarese, arrestato lo scorso 15 dicembre per presunte tangenti ha deciso di ritornare sui propri passi e di restare al proprio posto. In seguito alla revoca degli arresti domiciliari il 24 dicembre e ai numerosi attestati di stima arrivati da varie parti nei suoi confronti, ha ritenuto più opportuno impedire lo scioglimento del Consiglio comunale e il commissariamento della città. In tal modo le amministrative, che già si presupponeva si sarebbero tenute il prossimo mese di giugno – in concomitanza con le provinciali e le europee – slitteranno al 2010.
Per affidare la gestione del Comune al vicesindaco D’Angelo, D’Alfonso si è avvalso dell’articolo 53 del Testo Unico degli Enti Locali che riguarda l’impedimento a svolgere le funzioni amministrative per malattia. In tal modo il primo cittadino potrà affrontare l’inchiesta della magistratura pescarese senza vincoli di amministratore.
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O ci si dimette, o si resta in sella. Presentare un fittizio documento di dimissioni per malattia, è quanto di più offensivo per gli italiani – perché Pescara è un caso nazionale e non solo cittadino. D’Alfonso è sindaco di una città di 130 mila abitanti, la più importante d’Abruzzo, e non può comportarsi come uno scolaro che cerca di rimediare ad una giornata di scuola marinata con una giustificazione fasulla. Il Pd abruzzese non doveva sottostare a questo giochino che comporterà la sua quasi totale scomparsa, io credo, a Pescara e in Abruzzo nel giro di qualche mese, con… Leggi il resto »