Dai fax di Pgc*
«C’è del marcio a S. Benedetto, ma in grande: 42 tonnellate di pesce sequestrate, tra scongelato ormai putrefatto e specie “ribattezzate” per lucrarci meglio. Che figura. Per noi terragnoli, che il pesce lo vediamo – ormai poco – quasi solo al ristorante e con la lente d’ingrandimento, 42 tonnellate è una quantità difficile da immaginare. Quante casse? Quanti furgoni? Basta un capannone? E mica son pesci piccoli i responsabili della marpionata. Sarà una Società, più Società. Oltre alla rete di complicità per sviare controlli, falsificare etichette e documenti, imbrogliare – a valle – chissà quanti piccoli commercianti, ristoratori e ignari consumatori. E non ci sarà lo zampino della Grande Distribuzione? (…)
Ma nomi non se ne fanno. In compenso, noi dobbiamo star tranquilli, sereni e fiduciosi, dicono in coro amministratori, forze dell’ordine, Capitaneria, giornali: “Visto che i controlli funzionano?”. Ci pensiamo noi. Lasciateci lavorare.
Vero che adesso, una tantum, magari per caso, magari per pubblicità, magari perché quelli hanno esagerato, ci avete messo una pezza. Ma chissà da quanto tempo s’andava avanti impunemente così.
Ecco perché ci servono i nomi, almeno di chi ha pagato le multe.
Vogliamo sapere “chi è l’assassino”. Vogliamo sapere se andrà in galera, per quanto tempo e dove. Gli porteremo il pesce.
Nessun nome, invece. Perché nuoce al turismo?
Attenzione: qui non si tratta di sospetti, indizi, prove da provare, intercettazioni, pentiti, primo-secondo-terzo grado di giudizio. Qua è tutto chiaro. Il pesce taroccato o marcio è qui, bello e pesato. “Era pronto a partire per i cenoni”, con documenti falsi. Stoccato a S.Benedetto, forse addirittura al porto. In bocca alla Guardia Costiera.
Ma come, non sbattete il ladruncolo in prima pagina diffondendone foto e famiglia? Non pettegolate su chiunque abbia solo immaginato un reatuccio o addirittura non c’entra niente? Non gongolate per le porcheriole del vicino ergendovi a paladini dell’onestà e del pensiero alto? Non ve la prendete con gli abbronzati vucumprà per qualche CD o borsetta di contrabbando?…
Certo, qui ci sono “alti” interessi. Niente nomi, please.
Muti come pesci. Grrr…»
*Pier Giorgio Camaioni
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E nessun rivenditore e grossista di pesce o ristoratore è intervenuto per pretendere la pubblicazione dei nom, o per prendere le distanze, in fondo la questione li danneggia tutti sia come immagine e come "concorrenza sleale", è fango su tutti.
Un sospetto: o sono ciechi o sono complici; forse ognuno ha qualche "scheletro nell'armadio" (qualche pesce ammuffito nel frigorifero)?
Andando oltre l'argomento del sequestro del pesce avariato, tuttavia il problema della pubblicazione dei nomi di chi commette reati in flagranza mi ha sempre incuriosito. Qualche settimana fa' tutti i giornali e telegiornali locali titolavano del giovane della san benedetto bene, forse nipote di un noto politico, arrestato per spaccio di cocaina negli ambienti altolocati. Un amico giornalista cui chiedevo il nome del tipo si trincerava dietro il rispetto della privacy che anche le forze dell'ordine avevano avuto. Peccato che lo stesso giorno venivano pubblicati foto e nomi di un uomo ed una donna arrestati per gli stessi motivi. Ubi… Leggi il resto »
Evidentemente PIERGIORGIO CAMAIONI HA PIENAMENTE RAGIONE, AVARIATO E' ORMAI TUTTO O QUASI….