SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il presidente del circolo Alleanza Nazionale di Porto d’Ascoli Benito Rossi esprime le sue motivazioni per giudicare questo 2008 un anno “politicamente da resettare”.
«Il sindaco e la giunta, tirati per la giacca a 360 gradi, sono sempre più distanti dai cittadini, dagli eventi partecipativi, dal Consiglio Comunale stesso, quest’ultimo defraudato del ruolo di indirizzo politico. Gaspari e la sua compagine sino ad oggi hanno fortemente deluso, parliamo francamente, a prescindere dalla contrapposizione delle parti. Guardiamo ai fatti: il Prg non viene concretamente discusso perché come al solito si procede a colpi di variante, comodo forse al mondo trasversale che Alleanza Nazionale invece rigetta, ed a seconda del soggetto alcune questioni superano il limite di velocità altre invece superano il limite dell’ostruzionismo rimanendo ai box».
Continua Rossi: «Il piano del traffico non risolve la calca delle auto e dell’inquinamento in centro. Per liberare la città dalla morsa del traffico occorrono investimenti a media e lunga programmazione e non piccoli espedienti destinati solo a giustificare l’immobilismo. La questione del turismo è da affrontare dalla A alla Z attraverso una concertazione di tutte le categorie sulla premessa di chiari indirizzi politici senza poi naufragare nelle solite nicchie. Molto ci aspettiamo dalla gestione del Palacongressi considerato che tutto si è giocato sull’investimento di soldi pubblici. Altro nodo dolente è l’occupazione figlia di una filiera produttiva che investe il sistema agroindustriale, il turismo, la pesca. Le annunciate grandi opere architettoniche non debbono essere appannaggio di un risvolto occupazionale molto limitato, vincolato e già strutturato. I Servizi Sanitari – conclude Rossi – sono argomenti ancora da chiarire nella speranza che molto si potrà fare attraverso il prossimo Consiglio Comunale. La logica partitica sino ad oggi applicata ha delegittimato la figura del Direttore di Zona. San Benedetto è una città che deve ripartire ma che non può continuare ad essere ostaggio di promesse irrealizzabili e talvolta compromettenti capaci di vincolarne un generale sviluppo».