Da Riviera Oggi numero 756
Sedici partite, sedici punti. Una media da retrocessione certa. Eppure i Tormenti, o quello che di loro resta, continuano a scommettere su di lui, Enrico Piccioni. Contro ogni logica. Contro ogni più elementare regola del calcio.
Contro la Pro Patria, sconfitti per manifesta inferiorità, ha stupito la totale assenza di modifiche tattiche da parte della panchina nel corso del primo tempo. Contro la Pro Sesto – dopo delle scelte, quella volta, dettate da criteri personalistici – Piccioni seppe poi raddrizzare una partita iniziata malissimo (certo i sestesi non sono come i bustocchi), inserendo Magnani a metà primo tempo. Contro la Pro Patria, nonostante lo 0-3, nulla: nessuna modifica tattica, niente. L’agnello sacrificale era servito.
Mister Piccioni, fischiatissimo, ha anche avallato scelte di mercato che si sono rivelate dei tonfi colossali – questa estate così come, pur comprensibilmente, lo scorso gennaio: basti pensare ai decaparecidos Tussi e Pisano, entrambi voluti proprio da Piccioni dopo un periodo di prova: un motivo in più (se il curriculum di allenatore non bastasse: non ci risultano promozioni o grandi imprese, neanche nelle serie inferiori) per non rischiare di affidare anche il delicatissimo calciomercato di gennaio a questa conduzione tecnica.
Fanno anche sorridere i “grandi movimenti” annunciati dal d.s. Evangelisti: cambiare il vice allenatore, “promuovendo” Scarpantoni a team manager, e chiamando l’ex secondo di Marco Cari, Furlan.
A noi le mezze misure non piacciono: Furlan si prendesse per intero le sue responsabilità. Così, sicuramente, non si può continuare. La squadra l’ha dimostrato.