SAN BENEDETTO DEL TRONTO – I dati analitici giungono a suffragare una verità intuitiva. E invocano misure a basso costo ma alto impatto ambientale.
Dall’ultimo studio dell’ufficio comunale del Traffico diretto dal docente universitario Francesco Canestrari, risulta che le modalità di consegna delle merci nelle attività commerciali del centro sono un fattore che provoca alto traffico, smog e inefficienza del servizio pubblico.
Il centro di San Benedetto (quadrilatero corso Mazzini-via Gino Moretti-via Ugo Bassi Gramsci-via Roma) vede la presenza di 394 attività commerciali. Una concentrazione altissima: predominano i negozi di abbigliamento (166), i locali di intrattenimento (50) e i centri estetici.
Andando a studiare i dati raccolti da tirocinanti universitari (Politecnica delle Marche e giovani ricercatori), risulta che spesso ogni attività riceve più di una consegna al giorno. E indovinate un po’ quali sono gli orari nei quali si concentra il più alto numero di consegne? Dalle 11 alle 13. Sì, proprio quando la gente esce dagli uffici, le scuole chiudono e i genitori si affollano automuniti di fronte a Licei e istituti vari.
Perciò le piazzole di scarico merci non sono sufficienti, il traffico si intasa, lo smog aumenta, i bus rallentano.
L’assessore al Traffico Capriotti commenta: «Questo illuminante studio ci fa rendere conto della necessità di armonizzare gli orari delle consegne. Una migliore logistica conviene a tutti. Anche ai commercianti, perché si fa spesa più volentieri se l’aria è respirabile, oltre che ai corrieri, perchè le merci arriverebbero più velocemente».
In concreto, lo studio coordinato da Canestrari giunge a due esiti possibli. Un primo intervento a breve termine consisterebbe nell’istituzione del divieto di consegna merci nelle fasce orarie più problematiche (12-13; 17-18). Si tratta di un provvedimento che avrebbe bassi costi per il Comune, ma ricadute positive a catena.
Potrebbero esserci deroghe per i corrieri che utilizzano mezzi poco inquinanti.
Poi c’è la prospettiva a lungo termine, sull’esempio dell’Emilia Romagna. Si tratterebbe di fare una zona a traffico limitato in centro e un centro di distribuzione urbana delle merci in una piattaforma logistica appena fuori dal centro. Un capannone, gestito da una società a capitale pubblico, per interscambi fra i corrieri, con la consegna di alcune tipologie di merci a un numero ridotto di mezzi, che poi farebbero le consegne limitando il numero di viaggi.
Le proposte dei tecnici sono state messe sul tavolo. Ora sta alla politica recepire e realizzare concretamente.