SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Prosegue il confronto fra Amministrazione comunale, tecnici del Comune e associazioni di categoria: l’obiettivo è giungere a una variante del Piano di Spiaggia con nuove regole attive entro il 2010.
Venerdì c’è stato un incontro dedicato alla situazione degli chalet “storici”, ovvero i sedici stabilimenti a partire dal “Bacio dell’Onda” (estremo lungomare nord), che sorgono su pertinenze demaniali e che spesso hanno valenze architettoniche da tutelare.
Anche qui il punto cardine per il sindaco Gaspari è il rispetto dei requisiti di legge in materia igienico sanitaria. Altezze e metrature di bar, cucine, magazzini alimentari, che spesso non sono nella norma. Per renderli regolari, il Comune ha intenzione di autorizzare aumenti di volume, pur sempre rimanendo negli indici del Piano Regolatore.
Essendo quasi ognuno peculiare, per gli chalet storici occorrono norme ad hoc. Scatteranno deroghe per quegli stabilimenti (ad esempio “Da Luigi”) costruiti su due piani, dove portare i bar all’altezza di legge di tre metri non è possibile, perché si dovrebbe violentare una struttura architettonica che il Comune vuole tutelare. Per gli chalet storici che nel tempo hanno snaturato la propria struttura invece ci sarà la possibilità di installare dei porticati, ovvero delle chiusure provvisorie per la ristorazione.
Per tutti gli chalet storici, infine, ci sarà la possibilità di attrezzare una superficie ombreggiata removibile pari al 6% di spazio in più rispetto all’estensione della concessione.
Questa l’opinione di Paolo Perazzoli, segretario regionale della Confesercenti: «Questa zona ombreggiata la vediamo con grande favore, perché permette di investire in attività dal grande futuro come ad esempio la talassoterapia. Inoltre consente un recupero di spazi doveroso, visti anche i canoni demaniali molto più alti che pagano questi concessionari. Si potranno installare anche i tetti suono, che però credo non equivalgano alle discoteche in spiaggia. Un conto è limitare i rumori per evitare le multe e permettere la musica e il ballo, un altro conto è la discoteca in spiaggia, che non si può e non si potrà fare. Ci vuole equilibrio, senza esagerare».
Di tono meno soddisfatto Sandro Assenti, titolare del noto chalet Da Andrea: «La rivisitazione presentata dal Comune ci soddisfa in parte. Vedrete che fra qualche anno si faranno nuovi volumi in altezza per soddisfare i requisiti sanitari, ma non si è pensato ai nuovi spazi in profondità. E non si è ragionato in funzione delle nuove situazioni che riteniamo opportune per investire veramente nel turismo. I pochi metri concessi in più sulla profondità non compensano i nostri canoni d’affitto molto più alti rispetto alle altre concessioni».
Giuseppe Ricci dell’Itb manifesta un accordo in linea di massima con il Comune, anche se chiede criteri che siano al massimo omogenei: «Non è possibile che alcuni stabilimenti storici vadano 40 metri in profondità con le loro strutture, mentre altri arrivano a 35 metri».
Da parte di Confcommercio, infine, un’opinione più conciliante. Enrica Ciabattoni (vicepresidente del settore concessionari balneari) vede di buon grado gli aggiustamenti proposti dall’ufficio tecnico del Comune: «Bene fare nuove norme caso per caso, si viene incontro alla categoria e per molti chalet è anche un netto guadagno in termini di spazio».