SAN BENEDETTO DEL TRONTO – E alla fine contano poco gli inviti al risparmio da parte di Stato, Unione Europea, Corte dei Conti, anche da parte del Comune stesso, che poi si smentisce quasi come una persona che non può controllare la propria volontà.
Infatti contano poco le dichiarazioni d’intenti, quando ci sono, sulla cinghia da restringere, sulle risorse da razionalizzare, e quindi sui sacrifici da chiedere ai cittadini.
Le consulenze incombono, gli incarichi affidati dal Comune a tecnici esterni al personale comunale continuano a gravare con le loro non trascurabili cifre sui conti pubblici, lasciando molti con il perenne dubbio se la loro necessità dipenda dalla contorta burocrazia italiana o dalla non completa produttività del personale del Comune. Che peraltro è stato recentemente riorganizzato, tramite una costosa consulenza, of course.
Già: fra valutazioni d’impatto ambientale (Via, una sigla che è tutto un programma) e valutazioni ambientali strategiche (Vas), il Comune avrà bisogno di quattro nuove consulenze.
Per carità, amiamo l’ambiente e la perfetta regolarità delle procedure, ma è possibile che ogni nuova legge comporti nuovi esborsi dai salassati bilanci pubblici? O per caso finora sono state fatte delle opere pubbliche senza valutarne l’impatto con l’ambiente, tanto da rendere necessarie nuove norme? In entrambi i casi, non c’è da star allegri.
E meno male che almeno i cittadini hanno la trasparenza di un Consiglio comunale che quasi rassegnato approva una modifica al programma annuale delle consulenze esterne.
Le leggi cambiano, i fondi si tagliano, l’Ici scompare ma rischiamo strade con più buchi, la Tarsu aumenta perché così fa anche il costo della discarica, le indennità di risultato di dirigenti e direttori non si elidono. Tutto scorre, tutto è in divenire. Una delle poche certezze è che l’Italia di oggi continua ad incartarsi, sempre più macchinosa nella sua burocrazia, per capire la quale non basta più la pubblica amministrazione ma serve nuova costosa linfa. Esterna, appunto.
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Faccio una proposta al Sindaco: Invece di spendere per consulenze, non conviene investire sulla formazione dei dipendenti comunali visto che se si ripresentasse la necessità di effettuare uno studio del genere si risparmierebbe poichè si avrebbero risorse interne già formate e pronte a lavorare senza ulteriori costi. In questo modo il comune avrebbe una sorta di "guadagno" in termini di competenze del personale e un risparmio economico nel lungo periodo. Questa è una opportunità da valutare attentamente, poichè il comune ha personale qualificato (ingegneri, avvocati…) e non si vede il motivo per cui questo capitale umano non debba essere utilizzato… Leggi il resto »
Anch'io vorrei fare una proposta, unita ad una riflessione, ha ragione alessandro84 nel dire che ci sono fior di tecnici, capaci e qualificati all'interno del comune, e giustamente si ptrebbero utilizzare allo scopo per cui sono stati assunti, e cioe l'ordinaria gestione degli uffici, a me sembra che negli ultimi anni e nelle ultime amministrazioni, si sia permesso un po troppo il lavorare agli uffici sui progetti "a premio" dimenticando come ho detto l'ordinaria amministrazione, come diceva il buon Costantino Rozzi a proposito dei premi partita, …ma che vi pago per perdere e retrocedere?, mi sembra che con questo sistema,… Leggi il resto »
Tra l'altro consulenze costosissime per l'impatto che comportano. Un ulteriore consiglio: non si confonda la consulenza con l'outsourcing: cioè se le capacità interne non bastano per esguire il lavoro ordinario non ci si può rivolgere ad un consulente! Un consulente è una perona che viene pagata per portare dei miglioramente al sistema sfruttando delle competenze che non sono proprie di un dipendente che si occupa magari di aspetti più tecnici che organizzativi. La consulenza deve essere vista come un catalizzatore del cambiamento non per svolgere delle mansioni ordinarie solamente perchè non si dispone all'interno delle competenze corrette. Signor Sindaco valuti… Leggi il resto »