MARTINSICURO – «Appoggiare una candidatura non significa vendersi, né tantomeno consegnarsi»: Stefano Ciapanna risponde dalle pagine del sito di Città Attiva alle accuse mosse da Mauro Paci del Pd inerenti l’appoggio dell’associazione civica a Paolo Gatti del Pdl.

La decisone di schierarsi apertamente in vista delle prossime elezioni regionali, appoggiando un preciso candidato piuttosto che lasciare discrezionalità decisionale ai propri associati, ha suscitato a Martinsicuro una serie di polemiche nei confronti di Città Attiva, che nonostante abbia espresso la propria preferenza nei confronti del candidato del Pdl ha provveduto a ribadire in numerose occasioni che la sua connaturata connotazione civica non è venuta né verrà a mancare inseguito a questa presa di posizione.

«Appoggiare un candidato – prosegue Ciapanna – vuol dire, almeno per noi, contribuire attivamente affinchè una persona di nostra fiducia possa essere eletta a rappresentarci degnamente in Consiglio Regionale. Essere civici non vuol dire salire su una torre d’avorio praticando un totale embargo politico per rivendicare meriti legati al solo fatto di vivere in uno splendido isolamento».

Una risposta che si rivolge in particolare a Mauro Paci del Pd che aveva sollevato dubbi riguardo la scelta di Città Attiva di preferire un candidato di Teramo anziché uno dei quattro di Martinsicuro, dove l’associazione avrebbe potuto pescare tra diverse appartenenze politiche.

«Il fatto che Paolo Gatti sia di Teramo – si chiede ironico il consigliere di opposizione – può essere definito come un demerito? Per giudicare le persone dovremmo forse basarci sul luogo di nascita, o la residenza e basta? Avremmo dovuto scegliere uno di Martinsicuro oppure di Villa Rossa, considerando anche la differenza tra frazione e capoluogo, scendendo ancora fino ai quartieri di provenienza?

Noi riteniamo – conclude Ciapanna – che trattandosi di elezioni regionali e non di comitati di quartiere si possa guardare tranquillamente al di là del confine comunale, giudicando il metro delle capacità di amministrare e della fiducia, e non della pura appartenenza politica a cui sono invece legai i nostri detrattori».