SAN BENEDETTO DEL TRONTO – L’assessore al Bilancio Antimo Di Francesco la vede così: «La situazione dei conti del Comune richiede rigore. Paghiamo fattori esogeni come la crisi finanziaria, i suoi effetti sull’economia reale, il taglio dei trasferimenti statali».
E nella prima delle cinque sedute della commissione Finanze convocate in vista dell’approvazione del bilancio preventivo 2009, i (pochi) consiglieri presenti si sentono snocciolare una litania di minori entrate rispetto alle previsioni degli ultimi documenti contabili.
Si tratta di soldi che non entreranno nelle casse del Comune per un totale complessivo di circa un milione e mezzo di euro. Tutti fondi destinati a coprire la spesa corrente del Comune, ovvero, per usare una metafora, quelle spese senza le quali un ente pubblico non può nemmeno “aprire bottega”.

«Occorre seguire la rotta del rigore, razionalizzare le spese e l’uso delle risorse», afferma Di Francesco. L’assessore e il dirigente del settore Finanze Antonio Rosati non negano che ci sarà un aumento della Tarsu, la tassa sui rifiuti, a partire dal 2009. C’è infatti da fronteggiare un aumento del 35% dei costi di conferimento dei rifiuti presso la discarica intercomunale di Relluce. Inoltre, con il passare degli anni, si assottigliano sempre meno i fondi incamerati dagli accertamenti tributari sulle mancate riscossioni per la Tarsu negli anni passati.
La maggioranza sta discutendo se estendere la raccolta differenziata porta a porta e la raccolta della frazione umida in tutta la città, mentre ora ci sono esperimenti pilota solo a Porto d’Ascoli. Il Comune dovrebbe pagare un milione e 238 mila euro in più alla Picenambiente per l’intera operazione, a fronte però di un ammortizzamento progressivo dei costi per lo smaltimento in discarica dei rifiuti.
DIMAGRISCONO LE ENTRATE Vediamo nel dettaglio come si raggiunge la somma di un milione e mezzo di euro di minori entrate. Spiccano i 700 mila euro per gli oneri di urbanizzazione. Emerge che si tratta di permessi di costruzione o di ristrutturazione che il Comune ha già concesso, ma i lavori non partono e quindi i privati e le imprese non pagano gli oneri della legge Bucalossi. «Un segnale allarmante», dice Di Francesco.
Poi c’è una flessione del 13,03% sul rimborso statale per l’Ici sulla prima casa non percepita dal Comune dopo la sua abolizione (meno 325 mila euro, sarà rimborsato solo l’83% della somma che l’ente percepiva dall’Ici fino all’anno scorso); c’è una riduzione del 8,9% dal Fondo Sociale Regionale (meno 45 mila euro), una forte riduzione degli introiti Tosap (tassa per l’occupazione del suolo pubblico) che ammonta a 210 mila euro.
Calano fisiologicamente le entrate derivanti dagli accertamenti tributari su Ici e Tarsu (meno 150 mila euro nel totale), scendono pure gli introiti derivanti dalle multe per violazioni al Codice della Strada (100 mila euro in meno) ed è un dato su cui riflettere, alla luce dell’istituzione delle zone blu sul lungomare e della convenzione con l’Azienda Multiservizi che prevede una quota di entrate dalle multe proprio alla municipalizzata.
Infine diminuiscono di 70 mila euro le entrate per i buoni mensa nelle scuole e, fra i contributi statali, ci sono minori entrate per 158 mila euro e per 117 mila euro, rispettivamente derivanti dalle norme sul taglio dei costi della politica e dal taglio dei contributi per gli investimenti pregressi.
Sul fronte delle maggiori entrate, il Comune prevede di incamerare 51 mila euro tramite l’adeguamento Istat delle compartecipazioni dei cittadini sui servizi e una quota di 92 mila euro finanziata dall’azienda sanitaria regionale per le spese sui servizi sociali. Poi ci sono la vendita degli ultimi immobili comunali disponibili, che va a rimpinguare i fondi destinati a investimenti. Dalle ultime stime, l’introito ammonterebbe a quattro milioni di euro, che finanzierebbero la sopraelevazione del centro sociale Primavera e l’ampliamento della scuola Alfortville.
IL PATTO DI STABILITÁ Ci sono poi complessi vincoli nella gestione contabile del Comune derivanti da impegni europei dello Stato e dal patto di stabilità sui conti degli enti locali. Vincoli finora sempre rispettati, ma che incombono su ogni bilancio, per tutti gli enti locali. Le sanzioni per il mancato rispetto, infatti, sono pesanti, riguardando il divieto di contrarre mutui, il divieto di fare assunzioni, una ulteriore decurtazione dei trasferimenti statali, il taglio del 30% sull’indennità degli amministratori.

L’OPPOSIZIONE Durante la commissione Bilancio, il consigliere di Alleanza Nazionale Giorgio De Vecchis ha invitato l’amministrazione a fare un deciso taglio delle spese, in particolare per le consulenze esterne. «Abbiamo le potenzialità per farlo, se puntiamo con decisione sul personale interno del Comune, verificando i livelli di produttività di dirigenti e direttori. Altrimenti a cosa è servita la recente costosa riorganizzazione degli uffici comunali?».
Di Francesco ha risposto annunciando una decisa politica di risparmio sugli eventi culturali e turistici, puntando maggiormente sulle sponsorizzazioni dei privati.