SAN BENEDETTO DEL TRONTO Dalla seduta del Consiglio Comunale del 17 novembre, tutta incentrata sulla riqualificazione del Ballarin, ecco il suggerimento del consigliere di Forza Italia Bruno Gabrielli il quale nel suo intervento ha portato all’attenzione dell’assemblea le definizione di “diritto di superficie”. Si tratta di un negozio giuridico che potrebbe risolvere l’impasse di come affidare temporaneamente l’area a terzi onde poter riqualificare la zona dato che nelle casse del Comune non ci sono di certo le risorse economiche sufficienti per attuarla. La proposta è stata accolta con un generale interesse, non ultimo quello dello stesso Giovanni Gaspari che ha pubblicamente ringraziato il consigliere di opposizione.

Perché la “donazione modale” è improponibile ?

«Intanto premetto dicendo che ho ritenuto opportuno rivolgermi ad un professionista altamente qualificato come il professor Gerardo Villanacci, titolare della cattedra di Diritto Privato presso l’Università Politecnica delle Marche nonché avvocato con studi a Milano ed Ancona. Con il suo aiuto ho capito definitivamente che la “donazione modale” non poteva essere perseguita in quanto giudicata una vera e propria alienazione del bene seppure a titolo gratuito».

Mentre il “diritto di superficie”?

«Intanto specifichiamo che è sì un diritto ma sempre a tempo determinato che dà modo a chi intende intervenire su quell’area di poter costruire quella che con ogni probabilità deve essere un’opera pubblica e quindi usufruibile dalla collettività, per un periodo di tempo limitato, tipo 30/40 anni. Molto dipende anche dall’importanza e dalla portata della mole. Una volta scaduto il termine per “annessione” tutto quello che è stato edificato su l’area in oggetto torna in proprietà al Comune».

Salvaguardando il patrimonio del Comune?

«Esattamente. Mi rammarico solamente che nell’Ordine del Giorno, votato dalla maggioranza, che ha poi sostituito l’Atto di Indirizzo, ritirato dal Sindaco, ancora una volta si rivolge esclusivamente o quasi alla Carisap la quale, tra l’altro, nell’ultima missiva all’amministrazione era pronta a considerare una qualsiasi altra area della zona. Quindi in questo modo si preclude la possibilità di partecipare a quel gruppo di imprenditori che si era dichiarato interessato al progetto. In ogni caso c’è ancora tempo per farlo. Da parte nostra vigileremo affinché venga salvaguardato il concetto di “coinvolgimento” di tutte le realtà economiche».

Project-financing, donazione modale, diritto di superficie: tre diverse definizioni per dire in pratica la stessa cosa?

«Non proprio. Il primo è un vero e proprio contratto tra pubblico e privato. Tramite un bando pubblico il Consiglio Comunale valuta l’offerta migliore per la gestione di un bene che però non è ad uso gratuito ma che comunque torna al pubblico dopo un determinato periodo di anni. Nella donazione c’è invece l’alienazione del bene, prassi comune tra i privati ma assolutamente anomala quando c’è di mezzo un organismo pubblico».

Pur tenuto conto di tutte le traversie del caso non va riconosciuto al sindaco il merito di aver “riscoperto” la necessità di riqualificare il Ballarin, esigenza pressoché dimenticata fino a qualche mese fa?

«Difficile riconoscere un merito speciale al primo cittadino in questo contesto. Tanto per fare una battuta potremmo dire che “ha fatto solo metà del suo dovere”. Non dimentichiamoci che quell’area era proprietà del Demanio che avrebbe in ogni caso potuto cederla a piacimento. E’ ovvio che il Comune ha una priorità che può esercitare per il bisogno di realizzare opere di urbanizzazione. Ci mancava pure che non avesse esercitato l’opzione dovuta. Invece voglio ancora una volta stigmatizzare l’arroganza e la caparbietà del nostro primo cittadino che ha pensato di poter fare tutto da solo con un egoismo istituzionale pagato a caro prezzo per tutta una serie di “figuracce” rimediate in più di un consesso».