MONTEPRANDONE – «Abbiamo riaperto una chiesa alla preghiera della speranza e per le missioni».
Questo ha detto il parroco don Francesco Ciabattoni alla riapertura della Chiesa della Speranza di Monteprandone sabato 15 novembre alle ore 18.
Nel centro storico del paese, dal 1400 vi è una chiesa-cappella dedicata alla Madonna della Misericordia, che il popolo ha sempre ribattezzato della Speranza. Fu rimaneggiata varie volte. L’ultima nel 1802 ad opera di un Monteprandonese, Sari, il quale a sue spese ristrutturò l’intero edificio. In 200 anni, il tempo, l’incuria e alcune scosse sismiche aveva compromesso la struttura, rovinato il tetto e deteriorato l’interno. La parrocchia San Niccolò di Bari di Monteprandone per le celebrazioni del bi-centenario aveva programmato la sua ristrutturazione.
L’architetto Paolo Puzielli ha diretto il progetto e la ditta edile Mariani ha eseguito i lavori. In un anno hanno realizzato un ottimo lavoro, rispettando tempi e preventivi. Hanno operato un lavoro strutturale, il rifacimento del tetto a capriate, e a volta, il campanile, la pulizia esterna ed interna. La pittura usata a calce ha recuperato le antiche tonalità e i capitelli. Il restauro del tabernacolo e del quadro d’altare dedicato alla Madonna ha reso prezioso lo spazio liturgico. Il nuovo impianto di illuminazione ha reso caldo l’ambiente valorizzando le tonalità, le geometrie e i vari spazi. Il costo è stato di circa 180 mila euro. Per ora anticipati dalla parrocchia tramite un mutuo ma che dovrebbero essere rimborsati dalla Regione Marche.
Dopo tanto lavoro, sabato 15 novembre si sono aperte le porte al culto. Il primo ad entrare è stato il vescovo diocesano monsignor Gervasio Gestori che con la sua presenza ha sottolineato l’importanza del restauro. Il rito è stato semplice e suggestivo.
Una folla di fedeli ha accolto il primate davanti alla Chiesa. Mons. Gestori, ha bussato tre volte sul portone che aprendosi ha spalancato al popolo la chiesa restaurata. Essa era illuminata sul tabernacolo e sulla croce. Nell’entrare si sono accese le luci soffuse della volta, quando il vescovo è arrivato all’altare la chiesa si è illuminata a festa. L’edificio era colmo di gente.
Il parroco ha dato il benvenuto al vescovo, ha presentato l’architetto e ringraziato tutti coloro che hanno lavorato e contribuito all’opera. L’architetto prendendo la parola ha descritto l’intervento tecnico. Il vescovo, prima di prepararsi per la messa ha letto il telegramma che il Santo Padre ha inviato per l’occasione.
Hanno concelebrato con il vescovo: mons. Romualdo Scarponi, vicario diocesano, don Andrea Marozzi, direttore dell’Ancora (entrambi originari del paese) padre Marco Boccolini (guardiano del santuario di san Giacomo) e don Fabrizio Luzi (cerimoniere vescovile) e naturalmente il parroco.
Nell’omelia mons. Gestori ha ringraziato don Francesco e i suoi collaboratori nell’aver voluto e realizzato i lavori di restauro. Ha indicato la chiesa come luogo dedicato alla preghiera personale e di gruppo, invitando i fedeli a fermarsi durante la giornata per chiedere a Dio e alla Madonna misericordia e suppliche di speranza.
Al termine della celebrazione la serata si è conclusa con un rinfresco nell’oratorio sottostante dedicato a San Giuseppe.