ASCOLI PICENO – Riceviamo e pubblichiamo da Nino Capriotti, assessore provinciale allo Sport.

La notizia della rinuncia, da parte della Fondazione Carisap, ad investire 10 milioni di euro per la riqualificazione del Ballarin è una sconfitta per la classe politica locale nel suo insieme, ma prima di tutto per la città.
In un contesto nazionale ed internazionale di crisi profonda, con la contrazione del credito che riduce drasticamente le opportunità di investire e quindi creare sviluppo, con la disoccupazione che sale a livelli drammatici, si sarebbe dovuto fare il possibile e l’impossibile per non farsi sfuggire questa opportunità che, oltre a dare lavoro, avrebbe segnato una svolta nella riqualificazione del tessuto urbano della città e di tutto il suo comprensorio. Oggi in tutta Italia le Amministrazioni pubbliche, con le casse ormai vuote e senza speranze di poter attingere da Regioni o Stato, si rivolgono a soggetti privati senza fini di lucro, come appunto le fondazioni bancarie, perché tra i pochi con disponibilità per sostenere progetti, a patto che essi siano chiari, lineari, condivisi dal territorio.
Ci si è invece incagliati in modo colpevole su aspetti tecnico – legali che avrebbero dovuto emergere ben prima, senza cercare un’adeguata condivisione. Mentre l’opposizione, dal canto suo, non ha trovato di meglio che speculare contribuendo ad affossare l’iniziativa.
Credo che si debba fare una seria riflessione sulle capacità della classe politica che governa la città: dal Sindaco ci si attende ora uno scatto d’orgoglio e di riaffermazione di leadership che faccia finire le striscianti guerre intestine alla maggioranza. A lui si chiede di indicare con chiarezza su quali linee intende portare avanti il rilancio di una città che pare ferma, pericolosamente in bilico tra un presente pieno di incognite e un futuro annunciato ma al momento con scarsi riscontri pratici.
Alla Fondazione Carisap rivolgo un appello affinché dia a San Benedetto un’ultima possibilità: i sambenedettesi, che tanto hanno contribuito e contribuiscono alle fortune dell’economia picena, lo meritano.