SAN BENEDETTO DEL TRONTO – L’argomento del giorno, in attesa di una commissione consiliare convocata da tempo sul tema, e che giocoforza si troverà a dover affrontare il caso Ballarin alla luce degli ultimi, notevoli, sviluppi.
L’uscita di scena – stando alle ultime dichiarazioni ufficiali fatte dai protagonisti della vicenda – della Fondazione Carisap da ogni intento di investimento milionario sulla Riviera causa un primo terremoto dialettico.
Bruno Gabrielli (Forza Italia) stigmatizza l’operato dell’amministrazione comunale nella vicenda, rilanciando la proposta di riqualificare il Ballarin tramite un accordo di programma o un project financing che faccia rimanere il terreno di proprietà pubblica.
«Nonostante la Fondazione Carisap non abbia chiesto il Ballarin, ma abbia solo chiesto alla città un’area in generale dove investire, il sindaco Gaspari si è ostinato sul Ballarin, nonostante i problemi burocratici. Ora occorre adoperarsi affinché i soldi pubblici spesi per la sdemanializzazione non vadano persi. Il bando pubblico per il Ballarin? Si faccia, così che la classe imprenditoriale sambenedettese possa dare prova di sé. La Fondazione, se vorrà, investa in un’altra area».
Daniele Primavera, a nome di Rifondazione Comunista, ribadisce che «non c’era nessuna mortificazione campanilistica ad accettare la proposta della Fondazione. Semplicemente, però, noi eravamo e saremo contrari ad ogni ipotesi di donazione di un bene da un ente pubblico ad un ente privato. Ogni altra ipotesi si può discutere, compresi accordi di programma e project financing».
Il consigliere comunale di Rifondazione poi aggiunge un dato: «Da un nostro studio di massima, è emerso chiaramente come la somma di dieci milioni di euro, annunciata dalla Fondazione per l’investimento, non avrebbe permesso chissà quale opera architettonica mondiale. Era una cifra non proporzionata a quello che serviva: demolire lo stadio, rifare la viabilità, pagare l’onorario di Tschumi. Insomma, forse si era pompato un po’ eccessivamente il progetto».
L’Udc a ranghi uniti, infine, lancia accuse all’amministrazione comunale, all’opposizione cittadina e alla Fondazione. Questo afferma Marco Lorenzetti: «Speriamo non sia stata persa un’occasione storica e irripetibile per la città, vera parte lesa della vicenda. La lungaggine politica e burocratica con cui si è affrontata l’offerta della Fondazione è vergognosa. L’Udc dicendo subito di accettarla non ha voluto aiutare il sindaco ma la città. Eppure ci risulta che il nostro ordine del giorno votato dal Consiglio comunale il 30 ottobre non sia stato trasmesso alla Fondazione Carisap. Questo ente, infine, non può trattare una questione così importante come una pratica burocratica a cui dare una scadenza».
Sulla stessa linea il consigliere Udc Pino Nico: «Critico il sindaco, che all’inizio ha accelerato sulle ali dell’entusiasmo, saltando passaggi determinanti, come il fatto che il Consiglio dicesse cosa realizzare al Ballarin. Critico l’opposizione, per la sua costante dietrologia. Critico la Fondazione, perché a questo punto la scadenza del 30 ottobre che aveva imposto al Comune sembra un mero pretesto. Si è tirata indietro a una settimana dal Consiglio comunale che avrebbe approvato l’atto di indirizzo».,