GROTTAMMARE – In sala stampa dopo il derby piceno di serie D si presenta, al posto degli squalificati Aniello e Scarfone, il presidente del Grottammare Amedeo Pignotti. Subito gli viene rivolta una domanda sulla direzione di gara: «L’arbitraggio? Mi dispiace perché chi non ha visto la partita e leggerà il tabellino sui giornali penserà ad una partita scorretta, invece a dispetto delle espulsioni troppo ingenerose per una partita non cattiva secondo me c’è stata correttezza».

«Troppo fiscale – ha proseguito – Finché c’è stata la parità numerica la gara era stata equilibrata nel primo tempo. Avremo tre squalificati? Si gioca in undici e chi andrà in campo cercherà di dare il massimo; a volte contano le motivazioni con le quali si entra».

E sull’ultimo arrivato Langella, conclude: «Buon esordio anche se poi è calato di condizione non avendo ancora i novanta minuti nelle gambe. Però il giudizio gli va dato a fine stagione, è li che si spera che il suo contributo sarà stato buono».
Il direttore generale del Centobuchi Claudio Cicchi, al quale è stata rinnovata la fiducia da parte della nuova proprietà, ha espresso tutta la sua soddisfazione: «Primo tempo giocato alla pari, nel secondo tempo siamo stati agevolati dalla prima espulsione ma poi abbiamo legittimato il successo. Vittoria che i ragazzi credo hanno voluto dedicare a Izzotti, il quale ci teneva a questa partita e l’ha preparata molto bene motivando il gruppo in maniera impeccabile».

«Il nostro obiettivo iniziale era la salvezza – ha continuato – con una squadra costruita con buoni elementi senza spese folli credendo nel gruppo e nelle qualità del mister che ritengo il migliore di questa categoria. Ora, col nuovo patron, gli obiettivi potrebbero cambiare ma restiamo umili».

E proprio su questa si concentra il diesse Cicchi: «L’arrivo di Paschetta, che considero addirittura un lusso per questa categoria visto che è abituato a palcoscenici più importanti, è un chiaro biglietto da visita. C’è una grande ventata di entusiasmo, anche in città non sono indifferenti alle prospettive e fa piacere ma ripeto bisogna rimanere umili. I campionati non si vincono con i nomi o con i soldi ma con sacrificio e motivazioni».

Poi conclude: «Ci tengo a ringraziare pubblicamente la famiglia Marocchi e tutti i dirigenti che hanno lavorato in questi anni con sacrificio portando la squadra dalla Promozione all’attuale serie D. Un pensiero anche per il Grottammare che ha giocatori importanti e che sicuramente si riprenderà, anche loro sono una società seria come la nostra».