* dietista 

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Sono poco meno di 250 milioni le persone affette da diabete mellito oggi nel mondo, di cui 3 milioni nel nostro paese, ma si stima che oltre 1 milione di persone non ne siano consapevoli.

È considerata una delle malattie più diffuse ed è in continuo aumento, a causa dell’incremento dell’obesità e dell’invecchiamento della popolazione. Purtroppo, meno della metà delle persone segue una terapia finalizzata ad un controllo glicemico ottimale; obiettivo richiesto per ritardare le complicanze croniche e spesso irreversibili a carico di diversi organi e tessuti: occhi, reni, cuore, vasi sanguigni, arti inferiori e nervi periferici. Diabete mellito, obesità, ipertensione arteriosa, dislipidemie: ciascuna di queste condizioni patologiche costituisce un fattore di rischio cardiovascolare ed il rischio aumenta notevolmente quando sono tra loro associate (sindrome metabolica).

Migliorare l’assistenza al paziente diabetico, significa determinare un aumento della qualità e dell’aspettativa di vita. A questo scopo cresce l’impegno delle istituzioni e delle società scientifiche nazionali (AMD, SID, Diabete Italia, SIEDP) ed internazionali (IDF, ESPE), poiché il diabete risulta essere una patologia di particolare rilievo sociale, con significativa incidenza sulla spesa sanitaria: risorse per ricoveri ospedalieri, assistenza ambulatoriale e terapie farmacologiche. La qualità dell’assistenza fornita nel nostro paese, anche se proiettata ad un continuo miglioramento, può ritenersi molto soddisfacente, secondo i dati degli “Annali AMD 2008”, riferiti all’anno 2007.

La terapia della malattia diabetica ha come base l’adozione di un corretto stile di vita: una sana alimentazione ed una costante attività fisica contribuiscono, oltre alla prevenzione del diabete di tipo 2, alla stabilizzazione del livello glicemico anche nei casi di diabete di tipo 1.

Indispensabile è il controllo del peso corporeo (BMI o Indice di Massa Corporea = 18-25) e valori di circonferenza vita accettabili (numeri “soglia” sono 102 cm negli uomini e 88 cm nelle donne), seguendo una dieta corretta e bilanciata, senza eccessi alimentari e di alcol, con un idoneo apporto in fibre (cereali integrali, verdure, legumi, frutta).

Se si è già diabetici, e per di più in sovrappeso, si eviteranno zuccheri semplici, bevande zuccherate, cibi molto calorici e ricchi in grassi.

È fondamentale praticare un’ attività fisica aerobica (camminate, bicicletta…) ad intensità moderata, per almeno 30 minuti al giorno, per 5 giorni alla settimana, se più intensa, almeno 20 minuti al giorno, per 3 giorni alla settimana. Meglio associate, almeno 2 giorni alla settimana, ad attività fisiche volte ad aumentare la forza e la resistenza muscolare.

Come hanno dimostrato numerosi studi scientifici, la pratica regolare dell’attività fisica, sia di tipo aerobico sia anaerobico, ha effetti benefici per le persone con diabete di tipo 2, per la significativa riduzione dell’emoglobina glicata e della glicemia.

Essenziale è anche l’astensione dal fumo, per la forte rilevanza quale fattore di rischio per il diabete e le complicanze.

È l’educazione terapeutica lo strumento indispensabile per la corretta gestione della malattia. Il paziente informato, coinvolto e reso consapevole che il suo comportamento potrà fare la differenza, si assume la responsabilità del proprio stato di salute, per vivere bene con la malattia.

Il prossimo 14 novembre sarà la Giornata Mondiale del Diabete. É una manifestazione che vuole focalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica e dei mass-media sul diabete, sulle sue problematiche e le necessità di cura, ma soprattutto sul bisogno della prevenzione e l’esigenza di promuovere ed intensificare la ricerca scientifica. Numerose associazioni di volontariato organizzeranno nelle piazze delle città italiane stand d’informazione e di screening, con distribuzione di materiale informativo ed iniziative di raccolta fondi per la ricerca.