MACERATA – In questi giorni l’Italia è attraversata da manifestazioni di protesta contro la legge 133 e il decreto Tremonti-Gelmini. Anche a Macerata, giovedì 23 ottobre, studenti, ricercatori, docenti e lavoratori precari erano presenti all’assemblea prevista all’aula cinque di Giurisprudenza che, per la grande partecipazione, si è poi spostata nell’atrio di Scienze della Comunicazione. Ciò che temono maggiormente gli studenti sono i tagli alle risorse economiche destinate all’università pubblica, la conseguente trasformazione delle università pubbliche in fondazioni di diritto privato e il turnover.

Secondo i partecipanti alla manifestazione infatti: «Per sopperire all’improvviso ammanco dei finanziamenti pubblici, le università hanno la possibilità di trasformarsi in fondazioni di diritto privato. Questo è un punto facoltativo della legge, ma reso effettivo dagli enormi tagli al fondo di finanziamento ordinario».

«Gli atenei  – proseguono gli studenti – saranno costretti ad essere finanziati da aziende private, che entrerebbero anche nella loro gestione amministrativa. Questo passo sancirebbe la morte di un’istruzione pubblica per tutti, perchè le fondazioni universitarie potranno decidere l’entità delle tasse per gli studenti. Si rischia di garantire quindi solo ad un élite facoltosa la possibilità di accesso ad un corso di studio superiore. Le università potranno “trovarsi uno sponsor” che li finanzi, ed è inutile dire che effetti avrebbe un controllo economico di questo tipo sulla ricerca». Per quanto riguarda il turnover invece, la gravità sta nella: «imposizione di un nuovo assunto ogni cinque pensionamenti o licenziamenti, ovvero un turnover bloccato al 20%»

Concludono i ragazzi: «Con questa legge insomma l’università, da pubblica, diventerebbe un privilegio per i pochi che potrebbero permettersi rette universitarie altissime, mentre il livello qualitativo dell’insegnamento pubblico crollerebbe a picco per la mancanza di docenti. Si andrebbe incontro anche alla soppressione di esami e di corsi meno frequentati o considerati di minore rilievo».

Gli studenti dell’università di Macerata, attendendo le decisioni del Senato Accademico del 28  ottobre, si stanno muovendo verso il blocco della didattica, a partire dai provvedimenti già assunti dalle Facoltà di Scienze Politiche e Giurisprudenza per la giornata di mercoledì 29 ottobre.