SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Ballarin e Fondazione Carisap, cambia tutto per non cambiare nulla? Il gattopardesco motto sembra calzare bene alla vicenda del vecchio stadio di San Benedetto e della Fondazione ascolana.
Intanto la novità del giorno è che l’atto di indirizzo verrà portato in Consiglio comunale non il 30 ottobre, come programmato all’inizio, ma presumibilmente il 7 novembre.
«Il Comune sta rispettando l’accordo con la Fondazione, che ci ha posto il termine indicativo di fine ottobre per esprimere una nostra intenzione di massima – dice il sindaco Giovanni Gaspari – a breve gli uffici prepareranno il bando pubblico, nel quale diamo gli obiettivi dell’opera e dell’investimento che ci interessa e proponiamo uno strumento operativo scegliendolo fra i mezzi che le leggi ci mettono a disposizione per l’interazione fra pubblico e privato».
Il bando pubblico che il Comune indirà per la riqualificazione della zona cambia la forma della vicenda con cui si cerca una partnership con un privato per compiere un investimento che l’ente pubblico non può fare. Cambia la forma perché finora si era sempre parlato di una trattativa per così dire “chiusa”, con soli due attori, il Comune e la Fondazione.
Ora la proposta messa in campo dall’ente pubblico – investire su un’area strategica mettendola poi a disposizione della comunità – diviene “aperta”, rivolta cioè a una pluralità di soggetti.
Un bando pubblico, e qui entra in gioco il “non cambiare nulla” di cui si diceva all’inizio, per cui l’identikit della Fondazione sembra calzare a pennello.
Chi, infatti, potrebbe investire così tanti soldi in un’opera pubblica che di fatto non offrirebbe grossi margini di lucro? Sono di questo avviso Gaspari e l’assessore ai Lavori Pubblici Leo Sestri. «Noi vogliamo dare le massime garanzie e la massima trasparenza. Sì, è vero, è dubitabile che a un’impresa privata interessi un investimento del genere. Ma potrebbe interessare a Fondazioni di altre parti d’Italia, perciò noi facciamo un bando e chi è interessato si faccia avanti».
Insomma, cambia la forma, ma è molto probabile che l’accordo, nella sua essenza, rimanga tale. Due soggetti, il Comune e la Fondazione Carisap, un architetto famosissimo (Bernard Tschumi), un’opera pubblica di utilità si spera veramente funzionale a San Benedetto, dieci milioni di euro circa di investimento. Per arrivare a ciò, un bando pubblico.

La Fondazione, da parte sua, afferma tramite il presidente Marini Marini di attendere un riscontro ufficiale dal Comune e poi decidere nella sua collegialità interna se partecipare o meno. Per l’ente di Corso Mazzini comunque non si tratterebbe di una novità: ad Ascoli ha già partecipato e vinto un bando pubblico per il restauro delle Mura Romane.