MARTINSICURO – Entro un mese, assicurano la Provincia di Teramo, vedrà la luce la nuova rotatoria sulla statale 16, all’altezza dell’incrocio con la strada Bonifica. I lavori partiranno a giorni; avrà un diametro di 40 metri.
Non sarà solo uno snellimento della viabilità in una zona particolarmente trafficata, ma segnerà anche l’avvio della parte più importante dei lavori per il nuovo ponte stradale sul fiume Tronto.
Come annunciato da rivieraoggi.it alcune settimane fa, la “grande opera” di cui si parla da anni ha già mosso i suoi primi passi, con le acquisizioni dei terreni necessari e i lavori su alcune condutture di acque piovane.
Ma solo con la realizzazione della rotatoria sarà possibile deviare il traffico della statale e costruire la sponda sul lato abruzzese del nuovo ponte, per il quale ci sono pronti 17 milioni di euro stanziati dallo Stato. L’appalto prevede la riconsegna dei lavori entro dicembre 2010 (mille giorni, a partire dal 14 dicembre 2007).
Dello stato dell’arte della vicenda si è fatto il punto sabato, in un incontro fra le istituzioni coinvolte svoltosi nel Comune di San Benedetto del Tronto.
L’ingegnere capo del settore Viabilità della Provincia di Teramo, Agreppino Valente, ha spiegato che il nuovo ponte stradale raddoppierà lo spazio di deflusso del fiume (da 75 a 150 metri), riducendo di molto l’effetto “strozzatura” che nei momenti di maggior flusso metteva una vasta zona rivierasca sotto il rischio di esondazioni. Come quella avvenuta nel 1992, drammaticamente viva nei ricordi dei sambenedettesi.
Dei 17 milioni stanziati per l’opera, 4,8 saranno investiti per realizzare dei monoliti di cemento armato sotto al parallelo ponte ferroviario, con i quali sarà guadagnato altro spazio per il transito delle acque fluviali. Due milioni e mezzo di euro invece sono stati pagati come indennizzo ad una azienda, la Piergallini, proprietaria di alcuni insediamenti lungo gli argini del fiume. Il presidente della Provincia di Ascoli Massimo Rossi rivela: «Abbiamo spuntato questo prezzo partendo da una base di stima che raggiungeva i cinque milioni di euro».
Ora occorre che il Comando Militare di Napoli e quello di Padova, competenti sulla zona per le operazioni di bonifica militare, diano il nulla osta per l’incarico a una ditta specializzata che si occuperà della eventuale rimozione di ordigni bellici inesplosi risalenti alla Seconda Guerra Mondiale.