SAN BENEDETTO DEL TRONTO – L’ex di turno per Samb-Padova? Maurizio Natali. L’attuale direttore sportivo della Samb ha infatti trascorso due campionati nelle file organizzative della squadra padovana: dal 2001 al 2003 come responsabile del settore giovanile e dal 2003 al 2004, quando fu nominato capo degli osservatori. Seppur su sponda opposta l’attuale dirigente rossoblu non può fare a meno di lodare la sua ex società come seria, importante, con un organigramma degno di serie B se non della massima divisione. Basti pensare che ogni anno sono stanziati 750 mila euro per il solo settore giovanile.

Grande attenzione per i giovani quindi?

«Certo. Poter pescare nuovi talenti in casa propria penso sia l’aspirazione massima di qualsiasi società di calcio. Se poi ti capitano elementi come Volpato e Andreolli non puoi chiedere di meglio».

Veniamo alla vittoria sul Portosummaga. E’ stata vera gloria?

«Anche se è venuta come una grossa sorpresa non esito a dire che finalmente la Samb ha fatto vedere il suo vero volto. Una squadra come la nostra deve fare del ritmo, della velocità e del dinamismo le sue armi migliori. Aspettare l’avversario per poi trafiggerlo con ripartenze brucianti».

Lei aveva anticipato qualcosa del genere dopo la partita con la Spal.

«In quell’occasione avevo detto che, con il 4-1-4-1, eravamo riusciti a tener testa alla squadra avversaria e solo un autentico miracolo del loro portiere ci aveva impedito di fare risultato. Sono ancora convinto che se rigiocassimo dieci volte quella partita il risultato sarebbe come minimo un pareggio».

Per la Samb la partita di domenica sarà la prova del nove?

«Non è prudente caricare un singolo incontro di troppe aspettative. D’altronde il campionato è ancora lungo. Certo è che occorrerà una partita tutto cuore senza dimenticare la testa. Ma ora ci aspettiamo che anche il nostro meraviglioso pubblico ed in special modo la Curva Nord ci supporti come solo lei e poche altre in Italia sanno fare».

La squadra si è definitivamente sbloccata?

«Definitivamente mi sembra una definizione un po’ prematura ma c’è molta più convinzione e soprattutto la giusta tensione che si traduce in concentrazione e non in paura di sbagliare. Ogni domenica che passa mi accorgo che stiamo diventando sempre più compatti e vedo crescere l’intesa tra i reparti».

Da ex, cosa ci dice del prossimo avversario?

«E’ indubbio che il Padova, insieme alla Cremonese, alla Pro Patria ed alla Spal siano le squadre che senza mezzi termini si candidano a vincere il girone. La squadra del “Santo” è fortissima dalla cintola in su. Ha un centrocampo di peso e di tecnica ed un attacco tra i più micidiali di quest’inizio di stagione mentre la difesa, con le sue dieci reti al passivo, è abbordabile. Comunque mi accontenterei anche di un loro autogol per vincere. L’importante è fare risultato per dare l’ultima spinta di fiducia alla nostra squadra».

Qualche settimana fa lei è stato fortemente contestato, seppur con toni civili, dalla tifoseria. Ha qualche sassolino da togliersi ?

«Assolutamente no. Molti dei giocatori attuali ce li ho portati io, non certo la cicogna. Ma è normale che quando si fa un certo tipo di mestiere si è esposti a critiche pubbliche. Fa parte del gioco. Non ci sto quando si passano alle offese personali. Siamo ancora all’ultimo posto in classifica per cui un tale atteggiamento da parte mia sarebbe presuntuoso».