Politica e turismo. Fra la associazione Pro Loco sambenedettese guidata dall’imprenditore turistico Marco Calvaresi e l’amministrazione comunale rimane il gelo che, se possibile, negli ultimi mesi si è fatto ancora più gelido.
L’associazione, a distanza di mesi dalla sua fondazione, non viene riconosciuta formalmente dal Consiglio comunale. Anche con la motivazione che in Comune giace ancora una richiesta di riconoscimento verso un’altra Pro Loco, risalente a qualche anno fa, anch’essa mai riconosciuta.
L’apice della distanza fra Comune e Pro Loco di Calvaresi è stato toccato lunedì sera, quando alla conviviale in onore del patrono “Benedetto… il mare” non c’era nessuno della maggioranza che sostiene il sindaco Giovanni Gaspari. Neanche il presidente del Consiglio comunale Giulietta Capriotti, che pure nei mesi scorsi aveva speso parole positive per le iniziative di Calvaresi con un formale «va sempre bene l’impegno di qualcuno verso il turismo».
Della polemica strisciante fra Pro Loco e Comune, forse, al cittadino comune sambenedettese non potrebbe importare di meno, alle prese com’è con altri problemi. Eppure c’è un significato politico che potrebbe avere un senso in relazione alle future alleanze e alle future dinamiche di potere della città.
Nel senso che vicini alla Pro Loco calvaresiana, che allo stato attuale appare comunque come un bacino quantitativamente non indifferente di voti e di consenso, si potrebbe coagulare una parte del centrodestra cittadino. Magari candidando sindaco proprio quel Marco Calvaresi che il centrodestra mise al vertice del Consorzio Turistico negli anni di Martinelli. E la presenza dei consiglieri comunali Gabrielli, Piunti e Vignoli alla conviviale potrebbe suonare come qualcosa di più di un gesto di cortesia.
Una figura di imprenditore, Marco Calvaresi, che negli anni ha saputo essere gradita o non dispiacere ad entrambe le aree politiche della città (l’interpretazione di ciò è comunque ambigua e non per forza positiva), anche se forse la sua Pro Loco fa storcere la bocca a una fetta di gaspariani e perazzoliani. Se non altro perché alla sua capacità di imprenditore non ha in effetti fatto seguito una conduzione esemplare, anzi, nel periodo i cui è stato presidente, appunto, del Consorzio turistico. E se il turismo è politica nella nostra città, non può a parer nostro vantare molti crediti in tale campo. Quindi schieramenti, contrapposizioni, nel nome della parola potere? Sembrerebbe di sì per quel posto di sindaco per il quale pare si inizia già a battagliare. E come sempre alla faccia del cittadino che sperano (loro) continui a votare ad occhi chiusi o meglio telecomandati. Noi facciamo una promessa: faremo di tutto per aprirglieli gli occhi.