SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Riceviamo e pubblichiamo da Tonino Armata del Partito Democratico

Egregio direttore, sono rimasto molto deluso dalle affermazioni del segretario Valentino Casolanetti (circolo di Porto d’Ascoli) il quale afferma: “Primarie? Sì ma con equilibrio”.

Vorrei ricordare al segretario Valentino Casolanetti, ai coordinatori dei comuni e della provincia, a tutte le amiche e compagne e a tutti gli amici e compagni il voto all’unanimità dell’assemblea provinciale riguardante proprio le “Primarie” consapevoli delle conseguenze politiche. Inoltre, vorrei ricordare che all’inizio le “Primarie” sono state concepite per favorire la partecipazione più ampia possibile e mettere gli elettori nella condizione di scegliere i propri rappresentanti e non di doverli subire.
All’inizio le “Primarie” contenevano anche il principio vincolante del 50-50, ovvero la parità di genere tra donne e uomini da indicare nelle liste dei candidati, ora non se ne parla più. Un bel passo indietro, complimenti per la coerenza ed il coraggio.
Se è vero come ha detto più volte il segretario nazionale che “il nostro obiettivo è prendere voti, non sistemare gente” allora mi aspetto dei comportamenti coerenti e conseguenti, ovvero da un lato delle liste con nomi effettivamente sottoposti al giudizio degli elettori perciò chi ha lavorato bene viene premiato dal consenso della gente, gli altri a casa senza incertezze ed imbarazzo; quindi liste di candidati/te con il vincolo del “una donna, un uomo” pena la nullità del voto senza garantire a nessuno degli attuali consiglieri automatismi di conferma perché in un partito nuovo non ci possono essere degli “intoccabili”.
Tutto ciò purtroppo non sarà e questo mi lascia molto amareggiato, deluso, perplesso e ci vedo dentro tutto il rischio della “frustrazione” nei nostri elettori di cui noi del Movimento Per il Partito Democratico parliamo da molto tempo; non so se questo porterà alcuni a restarsene a casa prima delle riunioni dei circoli cittadini, quello che è certo è che il permanere di un forte scarto tra quello che si scrive nei nostri “bellissimi documenti” con dichiarazioni d’intenti e di principi e la scarsa capacità di tradurlo in pratiche reali e conseguenti non aiuta a motivare le persone ed a riavvicinarle alla politica; al contrario la diffidenza aumenta e con essa la sensazione di sentirsi “presi in giro”.
Se vogliamo essere credibili agli occhi delle persone nel dichiarare la nostra volontà di cambiare la politica rompendo egemonie, eliminando rendite di posizione, combattendo caste ed interessi di parte, dobbiamo iniziare da noi stessi altrimenti, finiremo per dare ragione ai “Grillidipietro parlanti” che invitano al “nonvoto” ed al qualunquismo mediatico del “intanto non cambia nulla perché sono tutti uguali, pensano solo alla poltrona”; ci vogliono più fatti e meno parole, più atti concreti e meno enfasi, la gente ci misurerà sulla nostra capacità effettiva di dare risposte ai bisogni perché al “libro dei sogni” non ci credono più nemmeno i bambini.