SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Mantenere vivo il ricordo della tragedia perchè «dimenticare è essere complici». Così Rigoberta Menchú Tum, premio Nobel per la Pace nel 1992, ha spiegato il fine ultimo del suo operato a favore dei diritti delle popolazioni indigene e della giustizia sociale, nell’incontro tenutosi al teatro Concordia mercoledì 8 ottobre.
L’evento, fortemente voluto dall’Amministrazione comunale e dalla Fondazione Bizzarri che si occupa, nell’edizione 2008 dell’omonimo Premio, proprio dei diritti umani, ha sottolineato l’importanza di non dimenticare e di sensibilizzare anche i giovani al rispetto del valore del singolo individuo e delle comunità.

Rigoberta Menchú, tradotta dal presidente del consiglio regionale Raffaele Bucciarelli, ha raccontato brevemente la vicenda di un Paese bellissimo, erede di una cultura millenaria, quella dei Maya, che amava ogni forma di vita e l’equilibrio del cosmo, i cui figli sono stati sequestrati, torturati, massacrati e gettati nell’oblio delle fosse comuni. Parole semplici, ma toccanti quelle del premio Nobel, la cui fondazione si batte da 13 anni – da quando è stata firmata la pace – per documentare in maniera scientifica la memoria dei delitti commessi nel suo Paese, non solo una denuncia politica, ma un’azione concreta per certificare e denunciare i responsabili. Finora sono stati riesumati e seppelliti con onore oltre 200 corpi.
«Lottare contro l’impunità è la missione della mia vita», ha affermato con grande ardore, ricordando che l’informazione e la presa di coscienza dell’atrocità dei delitti sull’umanità sono fondamentali.
E ha concluso: «Quando si conosce, non si può rimanere in silenzio. Guardiamo al futuro senza dimenticare il passato».

Al termine dell’incontro è stato proiettato un documentario in lingua, “Las Cruces, poblado proximo”, di Ray Figueroa e Rafael Rosal, testimonianza di quanto avvenuto nelle comunità guatemalteche durante il conflitto armato degli anni ‘80.
«Un tema attuale per l’Italia, in cui lo schiavismo si materializza sotto forma di affermazione del lucro ad ogni costo. Il popolo italiano ha perso le qualità di accoglienza che lo contraddistinguevano» così si è espressa il presidente della Fondazione Bizzarri Maria Pia Silla, sostenuta dalle parole dell’assessore Margherita Sorge, che ha sottolineato la grande importanza della presenza della Menchú, quale «esempio di vita dedicata ad un ideale e alla lotta, senza essere travolta dalla logica della violenza».