Da Riviera Oggi N. 745

La sconfitta di Ferrara ha fatto toccare alla Samb il fondo di tutti i suoi precedenti 86 campionati. Zero gol in cinque gare, uno smacco che non può far restare nel silenzio la dirigenza rossoblu. Qui, come fanno notare alcuni tifosi, ma io stesso lo avevo scritto (“Rischia di morire una passione storica”, ricordate), si sta facendo un danno gravissimo che potrebbe diventare irreparabile. I tanti sambenedettesi che hanno dato vita e soldi per la causa rossoblu non ce lo perdonerebbero mai.
Basta quindi a giocare sulla pelle della Samb come stanno facendo principalmente il diesse Natali e l’allenatore Piccioni: come si fa a dire che tutto andrà bene, senza ammettere una, ma dico una, loro colpa. E’ il chiaro segno che i due vogliono rimanere a bordo della navicella rossoblu in attesa che una botta di fortuna li salvi dalla tempesta che stiamo vivendo tutti noi appassionati (nonché disinteressati) del mito Samb.
Realisticamente, Natali e Piccioni sono più colpevoli della società, alla quale mai, loro responsabili in primis, hanno detto che il materiale a disposizione era scadente, anzi hanno più volte affermato il contrario. Tanto da farci giustificare la famosa frase di Marcello Tormenti: «Abbiamo una squadra da prime posizioni».
Cosa che, invece, ripeteranno puntualmente: «Senza budget tanto lontano non potevamo andare», se si continuerà a perdere, come aveva già detto qualcuno nell’ottobre 2007. Vero Natali? Addirittura però fu smentito da Enzo Nucifora il giorno dopo quando, appena nominato diesse, affermò: «Con i soldi spesi dai Tormenti avrei fatto una squadra da primi posti».
Insomma un “manicomio” che potremmo anche accettare e riderci sopra se non riguardasse la squadra di calcio che, per la Riviera delle Palme, rappresenta molto ma molto di più di quello che Natali, lo stesso Piccioni, la famiglia Tormenti possono immaginare. Piccioni, se vuole bene alla sua Samb, dovrebbe dimettersi mentre invece non fa nemmeno il mea culpa.
Anche perchè, se nei precedenti tornei, dopo cinque partite, abbiamo cambiato rotta, il merito è sempre stato di un nuovo allenatore mai dello stesso. Chiudo con un dato allarmante che ho tratto dai confronti (su Espresso Rossoblu) con i sei precedenti campionati di serie C1, oggi Lega Pro: delle 12 squadre che, dopo cinque gare, occupavano gli ultimi due posti in classifica, ben otto sono retrocesse e cinque di loro (L’Aquila, Viterbese, Fermana, Sora e Vis Pesaro sono addirittura scomparse cioè espulse da tutti i campionati. Non è un buon segno premonitore. I grandi amori non vanno mai usati come qualcuno sta impunemente facendo oggi. Amen.