FERRARA – Una sconfitta che prima dell’incontro poteva segnare il suo esonero, e che invece il tecnico Piccioni cerca di considerare come il classico bicchiere “mezzo pieno”. Le dichiarazioni del dopo gara dell’allenatore di San Benedetto sono infatti improntate ad una sostanziale positività, ad eccezione che per il risultato e, ovviamente, l’amara classifica che vede la Samb ancora più ultima. Tutto sta nell’assetto di gioco, passato dall’evanescente 4-3-3 ad un copertissimo 4-1-4-1, con Palladini davanti alla difesa e un quartetto di centrocampisti formato (da destra) da Magnani, Tussi, Forò e Ferrini, con il solo Cigan davanti. Qui, però, sta forse l’errore di Piccioni: considerati gli infortuni di Morini e Pippi, ovvero i due uomini con più confidenza con il gol, aver lasciato a casa, contemporaneamente, Melchiorri, Titone e Olivieri, non sembra essere stata una buona idea, tanto che nella ripresa sono dovuti entrare il giovanissimo Caselli e, quindi, il difensore Moi è stato schierato come attaccante.«Loro sono stati pericolosi solo sui calci da fermo, e non poteva essere altrimenti visto che hanno quattro calciatori alti oltre 1,90 – inizia Piccioni – Il loro portiere ha compiuto un paio di miracoli, soprattutto sul colpo di testa di Moi, allo scadere, ci è arrivato con la punta delle dita. Ma stavolta non posso rimproverare nulla ai miei ragazzi, distrazione sul gol a parte, anche se è stata una grande giocata di Lorenzi».

«Ho visto finalmente una squadra viva, che ha tenuto bene il campo fino al 95′, e che a differenza delle altre volte non si è sciolta alla prima difficoltà. Purtroppo però non segniamo, e chi non segna alla fine ne paga le conseguenze – continua il tecnico – Ma stavolta non eravamo lunghi, abbiamo trovato una buona impostazione. Caselli? Stava bene, ha recuperato il piccolo infortunio al polpaccio, e si è ben districato. Moi in attacco? È potente, e alto, ci avevo già pensato in settimana, e in mancanza di Pippi, che è il nostro unico attaccante, stava per segnare».

Il brasiliano Tussi, all’esordio da titolare, spiega che «il mio ruolo è quello del centrocampista centrale, ma mi adatto a quello che chiede l’allenatore. Dobbiamo lavorare e avere pazienza: anche io, impegnandomi, posso arrivare a rendere per quel che posso».