SAN BENEDETTO DEL TRONTO – In vista di un evento eccezionale per la nostra città, il millesimo numero di Espresso Rossoblu, il giornale che segue ininterrottamente le gesta della Sambenedettese Calcio dal 4 dicembre 1977, i nove fondatori si sono riuniti presso il ristorante Bistrot 29 per festeggiare e ricordare le mille gesta di una meravigliosa storia giornalistica e sportiva. Spal-Samb del prossimo 28 settembre il compimento di una prima fase che i presenti si sono prefissi di raddoppiare. Almeno. Prima di parlare della serata che si è appena conclusa voglio fissare i punti cruciali di un così lungo cammino.
1-Innanzitutto il primo numero in occasione di Taranto-Samb: partimmo in 15 a mezzanotte con un pulmann da 50 posti. In cinque noi di Espresso Rossoblu: Pino e Nazzareno Perotti, Antonio Merlini, Luigi Grannò, Giampiero Gaetani (per errore avevo scritto Giuseppe Vecchiola ed invece, controllando bene quel numero 1, ho visto che era Giampiero, redattore di uno spazio chiamato quadro d’autore, che la prima volta dedicò a Francesco Guidolin. Mi scuso con il mio grande amico, con il quale ho condiviso l’intera infanzia e molto oltre. ndd) , otto tifosi e la troupe di Radio 102 composta da Pasquale Bergamaschi e Gino Troli. Per la cronaca il sottoscritto, Luigi Grannò e Gino Troli assistemmo la partita dal terrazzo di una palazzina per poter comunicare prima possibile con le redazioni di San Benedetto del Tronto.
2– Nel mezzo del cammino il tribolato cammino di fine anni novanta con il disperato tentativo di salvare, noi da soli, la Samb Calcio dalla radiazione che l’era di Antonio Venturato avrebbe prima o poi procurato. I nostri sforzi si rivelarono inutili ma ne uscimmo con la coscienza in ordine.
3– L’era moderna caratterizzata prima dall’avvento dell’offset poi dei telefonini” quindi di Internet che ha reso tutto più facile e permissibile a chiunque un’impresa che tale non lo era più. I primi anni Espresso Rossoblu veniva stampato con il sistema a piombo (linotype superbamente manovrata dal grande Filoteo Morichetti): il primo giornale uscì alle 18.30 di domenica 4 dicembre 1977, appena tre ore dopo il fischio finale di Taranto-Samb, i redattori (6) ed i tipografi (2) ricevettero la visita del sindaco Primo Gregori che andò in tipografia per ringraziare i presenti a nome di tutta la città. Per telefonare occorrevano centinaia di gettoni (a volte si bussava nella casa più vicina allo stadio per elemosinare una telefonata), le consegne nei bar venivano effettuate dagli stessi redattori che avevano trascritto le telefonate. Durante la cena uno dei fondatori (Guglielmo Neroni) ci diceva che una cosa del genere sarebbe irrepetibile nei tempi attuali perché oggi manca quell’entusiasmo genuino che era in grado di superare anche difficoltà all’apparenza impossibili. Misto ad un amore per la Samb sano che dava la spinta decisiva.
Una bella serata, dicevo, quella che abbiamo trascorso tra le deliziose pietanze delle chef Paolo di Bistrot 29 in zona Ascolani. Eravamo un cerchio ristretto che contiamo però di allargare a traguardo raggiunto delle “mille volte Espresso Rossoblu”, dopo Spal-Samb appunto. Ecco i nove fondatori dei quali provo ad elencare le caratteristiche e l’impegno da loro profuso, il primo tipografo e quello di oggi, il fac totum, l’uomo più indispensabile, e lo statistico degli statistici. Proprio l’essenziale ma non dimentico quel grande uomo di Luciano Chiodi che ci ha fatto da direttore organizzativo per tanti anni, Gino Arzani in redazione negli anni ottanta, Flavio Patrizi, Alessandro Fratini, Cinzia e Antonella, ma in particolare Paola e Silvana, mogli rispettivamente del sottoscritto e di Pino, che dal 1977, oltre ad aver sopportato le nostre continue assenze, hanno trascritto per 15 anni da sole l’intero giornale. A loro sicuramente il ringraziamento più grande per aver reso possibile una difficilissima impresa.
I fondatori: Mattia Troiani (noto cardiologo che oltre a scrivere trasformava in redazione la propria abitazione), Guglielmo Neroni (uomo vero dal cuore d’oro, ideatore della consegna ai bar cittadini, tifoso al servizio della Samb come non se ne trovano più), Giuseppe Vecchiola (purtroppo scomparso alcuni anni fa, aveva innato lo spirito del giornalista e dell’avventura), Pino Perotti (direttore ed ideatore del giornale), Carlo Coccia (ragioniere abile e preciso teneva a bada spiriti irrequieti e guasconi quali erano tutti gli altri, era quello che ci rimetteva i piedi sulla terra), Nazzareno Perotti (vice direttore con il pallino dell’organizzare tutto lui e a modo suo), Luigi Francucci (sempre presente, non si tirava mai indietro prodigandosi spesso a mettere pace quando c’era burrasca), Antonio Merlini (ideatore del nome della testata e curiosamente famoso per aver “biasimato” chi credeva nella pubblicità poi diventato, per lavoro, titolare di un’azienda pubblicitaria. Ci ha ricordato stasera che Maurizio Compagnoni iniziò a scrivere al posto suo con Espresso Rossoblu quando aveva appena quindici anni), Luigi Grannò (il più giovane ma per me anche il più simpatico ed intelligente di tutti con la battuta sempre tagliente da vero cabarettista, giornalista competente già allora)
I tipografi: Rocco La Selva e Pino Perotti durante una passeggiata notturna dell’estate 1977 ebbero la pazza idea (per quei tempi) di un giornale come Espresso Rossoblu. Senza di lui non sarebbe nato. Reno Troiani (stampa l’Espresso dal 1983 con un’abnegazione tale da ritenerlo come un figlio e non un comune lavoro)
Il fac totum: Giuseppe Troiani (non gli fa paura niente: per pura passione è divenuto uno stimato fotografo, distribuisce il giornale nei bar da quasi trent’anni)
Lo statistico dergli statistici: Roberto Raneri (chiedete la carriera di un calciatore dalla A alla Promozione e lui ve la da in dieci minuti. Attualmente inviato).
In mancanza dello scomparso Giuseppe Vecchiola ha partecipato il primogenito Nicola che conosceva tutti i fondatori dai racconti del suo papà e dalle raccolte di Espresso Rossoblu che conserva gelosamente e spesso consulta.
Perdonatemi se ho dimenticato qualcosa o qualcuno.
Dulcis in fundo, un ringraziamento particolare ai numerosissimi sponsor che hanno sostenuto un’iniziativa che racconta da 31 anni la storia di una delle squadre di calcio più amate d’Italia.
Nella foto, da sinistra dietro: Reno Troiani, Luigi Francucci, Antonio Merlini, Guglielmo Neroni, Mattia Troiani, Luigi Grannò, Carlo Coccia, Rocco La Selva. Da sinistra seduti: Roberto Raneri, Nazzareno Perotti, Nicola Vecchiola, Pino (Giuseppe) Perotti, Peppino (Giuseppe) Troiani
Lascia un commento
Complimenti a tutti. Fate un servizio veramente pubblico a tutti i tifosi della samb. L'unica pecca, come giustamente ricordavate in era internet, è che non pubblicate più su internet. Io ricordo che una domenica pomeriggio mi trovavo in un bar di offida (eravamo in piena era gaucci) e distribuivano le copie dell'espresso rossoblu che avevano stampato in piccolo su fogli A4 scaricando gli articoli dal sito. Bei tempi…
Grazie a Nazzareno per avermi ricordato nel suo articolo. Anche io ricordo ancora con rimpianto, più che le innumerevoli gare interne seguite fino all’80° per scappare in fretta in redazione prima del traffico (quanti gol mi sono perso!), le lunghe domeniche passate in redazione, quando la Samb giocava in trasferta, a seguire le gare di serie A alla radio per “segnare” i marcatori e tutti i risultati (chi te lo dava internet o il satellitare, a quei tempi, al massimo potevi vedere il secondo tempo di una partita di serie A alle 7 di sera!) e poi giù a stilare… Leggi il resto »
In questa foto manca una persona che meritava,il titolare della tipografia LINOGRAF, socio di La Selva, FILOTEO MORICHETTI. Sicuramente una dimenticanza? Grazie Nazzareno, grazie Pino, anche al sottoscritto avete dato tanto. IL DIRETTORE RISPONDE Non è stata una dimenticanza, ci mancherebbe. E’ stata una cena organizzata in fretta per i soci fondatori, l’ideatore del giornale, il tipografo storico nostro socio per anni, il distributore storico e l’inviato di oggi. Ne mancavano tantissimi altri, anche tu e tutti gli altri che per anni ci avete supportato con le inserzioni pubblicitarie. Non potevo citare tutti ma conto di organizzare una grande festa… Leggi il resto »
da lettore incallito dell'espresso rossoblu' un ringraziamento speciale per tutto l'impegno profuso per la nostra cara Samb; ricordo ancora con nostalgia quando, ancora ragazzino, insieme a mio fratello facevo lunghe attesa nel mitico bar Samb nella speranza di poter tornare a casa con la copia del giornale perché, specie dopo una vittoria, c'era talmente tanta gente che era difficile prenderne una copia. Altre squadre, altri tempi … stessi risultati per l'espresso. Un caro saluto alla redazione ed in bocca al lupo per il futuro dell'espresso, SEMPRE FORZA SAMB.
Quante domeniche ho trascorso nella redazione di nonna Maria in compagnia di mio fratello, dei miei cugini, di mia madre e di zia Silvana… Noi bambini aiutavamo le mamme dettando i risultati delle partite, che loro diligentemente "battevano" con la storica macchina da scrivere. A una certa ora si iniziava con le telefonate agli inviati in trasferta, per poi infine inserire le pellicole nei tavoli luminosi.
Un pomeriggio intenso, che non sarebbe stato lo stesso senza le ottime tazze di cioccolato, orzo o thè di nonna Maria. Accompagnate dagli immancabili frou frou ovviamente..
Per anni ho collezionato centinaia di numeri dell'espresso. Tutt'ora li conservo in ricordo della nostra grande Samb dalla mia infanzia (11 anni) ad oggi (42). Qualcuno mi manca, soprattutto la stagione 85/86 quando ero militare. Grazie di cuore per il vostro lavoro, anche se a volte mi sono trovato in disaccordo con le vostre opinioni.
Questa idea di giornalismo è stata per anni un’idea rivoluzionaria.
I sambenedettesi hanno, quando sono stati chiamati ad esprimersi, dato sempre il massimo. Espresso Rosso Blu ne è stato un esempio. La gente aspettava fuori della tipografia per leggere la Samb, per gioire e anche per piangere, il tutto dopo poche ore che era terminata la partita.
IL RECORD DI USCITA DI “ESPRESSO ROSSO BLU” DAL TERMINE DELLA PARTITA?
Risposta:
Due ore e 15 minuti.
NON VOGLIO DARTI TORTO, non lo meriti, ma personalmente mi risultava un’ora e trenta cinque minuti. Avete capito? Dopo due ore che era finita la partita si aveva la cronaca ,le interviste, alcuni commenti e TUTTI i risultati di serie A B C..
e qualche anno fa non c’erano i telefonini.
Buon lavoro Diettore…. qualche volta lasciaci lavorare anche a noi per il bene di San Benedetto.