GROTTAMMARE – La rassegna “Teatri Invisibili” stupisce ancora, questa volta portandoci nelle profondità degli abissi marini, a bordo del sottomarino Nautilus.
Sul palco del Teatro dell’Arancio martedì 9 settembre ha debuttato la nuova produzione della compagnia Synergie Teatrali: un’interpretazione originale di “Ventimila leghe sotto i mari”, capolavoro di Jules Verne, per la regia di Stefano Artissunch, che sul palco ha indossato i panni del capitano Nemo. Insieme a lui Alessandro Marinelli (il professor Aronnax) e Alessia Bedini (il fiociniere Ned Land).
Sulla scenografia gli elementi e i personaggi cambiano velocemente pur conservando una certa insita staticità e monotonia, quella che li lega al mondo limitato del naviglio. La luce illumina appena, con picchi di fluorescenza che ne evidenziano l’artificialità in un ambiente dominato dal buio. Sul fondo, le canne dell’organo il cui suono tetro apre e chiude la rappresentazione quasi a sancire l’idea di un destino prefissato.
Molti gli elementi in contrasto, i simboli di contraddizione. I dialoghi oppongono la frenesia e l’iperattività del pensiero alla calma dell’abisso marino, «professore, ricordatevi che qui sotto l’espressione più forte è il silenzio», così il misterioso capitano apostrofa lo scienziato declamando il paradosso che egli stesso rappresenta: una rumorosa fuga dalla civiltà, la stessa contro cui si accanisce rompendo persino la calma silenziosa dell’oceano.
I personaggi si sono destreggiati tra l’iper-realismo, in cui la scienza di Aronnax e l’umanità di Ned Land sono l’appiglio alla realtà, seppure grottescamente comica, e il tragico destino di Nemo e della sua scienza, che lontano dal mondo non potrà mai esistere veramente.
Superba l’interpretazione dei tre attori, che hanno incantato il pubblico tra l’ironia e la drammaticità, accompagnandolo nell’immaginazione di un mondo che esiste, appunto, solo nella fantasia.
Un lungo e meritato applauso ha salutato l’equipaggio del sottomarino.

Unica ombra sulla rappresentazione la scelta della location. Senza nulla togliere alla poetica struttura del vecchio incasato, forse il Nautilus avrebbe navigato più comodamente, con migliore resa di audio, luci e rispetto delle “tradizionali” temperature dei fondali marini, nelle acque del Concordia o del Teatro delle Energie.