MARTINSICURO – Pesci dall’aspetto apparentemente sano, la cui morte è stata causata molto probabilmente da una forte intossicazione: è la prima parziale diagnosi che l‘Istituto Zooprofilattico di Teramo ha fornito all’associazione dei Verdi di Martinsicuro, che il 1° settembre hanno fatto esaminare alcuni dei numerosi cefali trovati morti la scorsa settimana sul litorale truentino.

«Da una prima ricognizione esterna fatta sui pesci – ha spiegato Mario Viola, dell’associazione ambientalista – non è stato rilevata alcuna anomalia che possa ricondurre alla morte. L’Istituto attualmente sta esaminando in questi giorni i vari organi interni e sta effettuando le relative analisi chimiche per stabilire con esattezza quali siano state le cause di una così grande morìa. Il cefalo è un pesce piuttosto robusto, che vive in mare aperto ma che si ciba di sostanze organiche che vivono in prossimità della costa. Ecco perché è molto probabile che la morte sia stata causata da un avvelenamento da sostanze tossiche riversate in mare dagli scarichi».

Per i risultati definitivi sia delle analisi sia dei cefali da parte dell’Istituto Zooprofilattico, sia delle acque da parte dell’Arta, bisognerà attendere ancora una decina di giorni, ma i Verdi hanno già lanciato un appello al Comune di Martinsicuro: «Abbiamo chiesto all’amministrazione comunale – ha concluso Viola – di attivarsi insieme agli altri Comuni del Bacino del Tronto affinchè vengano effettuati controlli continui costanti sugli scarichi riversati nei fiumi e in mare, per evitare che un simile disastro ecologico possa ripetersi in futuro».

L’ultima grande morìa di pesci verificatasi in zona si ebbe nel 1994, quando un cospicuo numero di carpe che vivevano in un lago dell’ascolano morirono per avvelenamento da arsenico, finito in acqua attraverso alcuni scarichi abusivi.