dal settimanale Riviera Oggi Estate numero 736
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Arriva su Scorri–Bande un power trio che fa punk e ci mostra l’anima per qualche istante, il tempo di un’intervista. Stefano Vespasiani (Steve Da Monta) alla chitarra e alla voce, Jacopo Consorti (Jak Holmes) al basso e ai cori e Roberto Lucidi (Rob La Mazza) alla batteria sono la base degli Startrash, una band che si fa spazio a colpi di EP. “Trash on the table” del 2005, “Children watch too much TV” del 2006 e “Please, send us on MTV” di quest’anno.
Stefano, una semplicissima domanda, perchè il Punk?
«Perchè è facile da suonare, è allegro e veloce e ci permette di cantare testi molti espliciti, in perfetto spirito Punk».
Parlando dei testi, c’è un tema particolare che affrontate?
«Molti sono finalizzati alla denuncia sociale e politica, ma parlano anche dei disagi e delle contraddizioni della vita quotidiana. “Ingrowing nail” ad esempio parla di un astronauta che scappa dalla terra e per colpa di un’unghia incarnita deve tornare indietro a curarsi. Per un disagio ci si adatta, è la stessa cosa che succede alle nuove generazioni, che nascono già adattate».
C’è una vena di tristezza nelle vostre canzoni, anche se a primo impatto sembrano spensierate…
«Suoniamo in tonalità maggiore con qualche passaggio in minore, c’è una contrapposizione più che altro tra la musica che esprime leggerezza ed i testi cinici. E’ una consapevolezza cinica. Questo nasce dalla riflessione di vivere in un paese secolarizzato e stagnante, posso dirti che siamo l’unico paese al mondo che ha per inno nazionale una marcetta».
Il Punk e le droghe, è un accostamento obbligato?
«Nello stereotipo e nell’immaginario della gente sono legati, ma non è così per noi, si può fare benissimo a meno».
Gli Startrash e la Riviera, un rapporto incrinato?
«Un rapporto che non è mai nato per la verità, c’è molta “provincia” e niente di nuovo sotto al sole. Abitiamo in una città per turismo della terza età, non c’è niente per i giovani. L’altra cosa che abbiamo notato è che anche molte band ereditano questo provincialismo e mancano di umiltà. Abbiamo un buon rapporto soltanto con i Veritas, che hanno aperto alcuni nostri concerti ultimamente».
Dopo “Send us to MTV” cosa c’è nel vostro futuro?
«Abbiamo passato un inverno a suonare per l’Italia, abbiamo un nostro suono e una nostra identità che escono fuori in live e in studio e ci piacerebbe continuare così facendo di più. Intanto le nostre canzoni possono essere ascoltate sul nostro profilo myspace: www.myspace.com/startrashband».
Servizio video a cura di Oliver Panichi
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Che in Italia l'attenzione al mondo dell'arte e, in particolare, della musica stia attraversando un periodo di forte stagnazione e di ridottissime iniziative, non c'è alcun dubbio. Ma cosa c'entra adesso l'inno nazionale? E da dove nasce questa fantomatica statistica secondo la quale saremmo gli unici ad avere una "marcetta" come inno? Per informazione degli Startrash, gli inni nazionali sono, nel 99% dei casi, delle "marcette" (per usare le loro parole), semplicemente perché o derivano da inni di carattere popolare o da fanfare di uso militare. E in entrambi i casi la principale esigenza era quella di cantarli durante delle… Leggi il resto »
quoto!!!
il panorama è stagnante perchè si sta riempiendo di musicisti mediocri. il musicista mediocre è quello che non fa dell'ascolto la prima fase dello studio. in buona sostanza, aumentano quelli che suonano e diminuiscono quelli che ascoltano. ecco così che molti musicisti mediocri, non potendo produrre altro, danno in pasto alle nostre orecchie copie delle copie delle copie di roba già sentita e risentita. in buona sostanza, molti non sono più capaci di inventare, hanno finito le idee!
"Non suonare quello che c'è. Suona quello che non c'è." [Miles Davis]