Samb. Come tutti i tifosi e gli sportivi, il sottoscritto è in attesa di una formazione per il torneo 2008-’09 che rinvigorisca le speranze di avvicinamento ai tempi antichi. Tempi tra il 1954 e il 1990 nei quali lo status calcistico dei nostri colori era la parte alta della classifica in C1 (oggi prima divisione) o la parte bassa della classifica in B con qualche sporadica, proprio sporadica eccezione di salire in A o scendere in terza serie. Da quell’infausto anno un paio di eccezioni, con due play off disputati senza però una gran convinzione di vincerli, perlomeno uno. Insomma quasi vent’anni di sofferenza non si addicono ad una tradizione sportiva che ha visto la Sambenedettese come un fenomeno calcistico italiano. Se lo diventò, se ha disputato ben 21 campionati cadetti, un motivo ci sarà pure stato. La Samb calcio non è stata (non è) una società sportiva che, trovato un presidente benefattore (o abile truffatore), ha vissuto qualche anno di gloria. La sua storia è nata dal popolo sambenedettese (vedi colletta tra i pescatori negli anni ’50-’60), che trasmise alle seguenti generazioni una passione incredibile che dura nel tempo. E’ proprio quest’aria che si respira in città (tipica, mi diceva un esperto, delle squadre inglesi), a dare potenzialità di successi e vigore ai progetti tecnici, e non, fatti sulla nostra gloriosa maglia rossoblu. Anche a quelli disonesti, purtroppo. La frase “La Samb siamo noi” è giustissima se riferita alla città sportiva e non soltanto a frange di ultrà che comunque vi sono comprese. Sarebbe una limitazione inaccettabile e falsa.
Ma passiamo all’attualità (la premessa storica è stata, a parer mio, comunque indispensabile per i concetti che sto per esprimere) e alla ormai famosa “bomba”, un acquisto importantissimo, del quale mi assunsi la responsabilità giornalistica un mese fa circa.
Il nome? Gabionetta, il brasiliano ora in forza all’Albinoleffe, dove partirà titolare.
La “voce”? Attendibile perché proveniente da una persona seria e riservata che non aveva alcun motivo per darmi un’informazione sbagliata, comunicandomi una trattativa in fase di conclusione. Non potevo farmi sfuggire uno scoop, seppur piccolissimo e anonimo. Tant’è che per “educazione” non chiesi nemmeno il nome, mi bastava la definizione “bomba”. Con il passar dei giorni però “pretesi” le generalità del calciatore e i motivi della mancata trattativa: saltò per una specie di prelazione, (“per sfortuna nostra”, parole testuali della voce), venuta fuori all’ultimo momento da parte di un responsabile, il Ds credo, della squadra lombarda, l’Albinoleffe appunto.
Il mio silenzio? Semplice, se c’era un mese fa l’intenzione di fare un acquisto di grande rilievo (insieme ad altri di buon livello, vedi Cristiano, Pisano ecc), perché non dovrebbe esserci ancora a quattro giorni dalla conclusione della campagna acquisti? Io me l’aspetto e auguro perché una bomba vale l’altra, non esiste che soltanto Gabionetta possa essere definito così. Quindi calma e sangue freddo: parlare ed emettere sentenze oggi è un errore anche se comprendo benissimo lo stato d’animo, che è anche il mio, del popolo sportivo sambenedettese. Quel popolo che giustificò uno stadio nuovo degno di grandi platee, che ha pianto (oggi non so se accadrebbe ancora) concretamente nelle tre retrocessioni dai cadetti, delle quali una frutto di un’immane ingiustizia. Chiudo con esempio all’apparenza banale: nell’unica volta che la Samb è retrocessa dalla serie C1, il popolo sportivo sambenedettese non ha pianto, subendola nella quasi totale indifferenza. Perché? Perchè non perdeva la “sua categoria” cioè la “B”. Sembrerebbe un discorso “demenziale” ma non lo è perché ribadisce, se servisse ancora, che una Samb fuori dalla serie cadetta, o non in lotta per raggiungerla, è inaccettabile (a ragione o meno) per noi tutti. Il resto è nulla. Situazioni diverse (o speranze impossibili come quelle che si vivono in questi giorni) non vedrebbero allo stadio più di 500-600 spettatori ogni domenica. Gli stessi dei tempi dell’Eccellenza o della serie D. Questa è la “mia realtà”, tuttora legata ad un fiducia verso l’attuale società, per motivi opposti a quelli che ho sempre espresso verso i vari Venturato, Soldini, Paterna, Agnello e perché ritengo che non sia conveniente per loro fare una squadra che faccia campionati tipo Giulianova torneo 2006-07 o Martina 2007-08. La forza attuale appare questa. Chiuso il mercato, aspettatevi un disappunto più concreto. Grazie e scusa per la lunghezza.