SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Confusione. È quella che emerge dalla risposta dell’assessore ai Trasporti del Comune di San Benedetto, Settimio Capriotti, rispetto alle polemiche sollevate da Alleanza Nazionale in merito ai parcheggi a pagamento sul lungomare e all’eccesso di multe.

La stessa confusione emersa un anno fa, ma, reiterata e confermata dopo dodici mesi, ci costringe all’ennesima domanda: per quale motivo l’amministrazione comunale di San Benedetto ha istituito le zone blu sul lungomare?

Per Capriotti, «l’intento dell’Amministrazione comunale nell’istituire i parcheggi a pagamento sul lungomare è quello di decongestionare e regolamentare il traffico sul lungomare stesso. Il fatto che non volessimo utilizzare i parcheggi a pagamento per completare il lungomare è dimostrato anche dal fatto che quest’anno abbiamo diminuito la tariffa oraria, da 60 a 50 centesimi». Per il sindaco Gaspari, invece, in una intervista pubblicata lo scorso 19 maggio da questo giornale (clicca qui), il motivo principe era un altro: «Abbiamo la necessità di riqualificare il tratto nord del lungomare: quest’anno verificheremo se la soluzione dei parcheggi a pagamento potrà essere utile: credo che si possa ricavare una cifra vicina ai 350 mila euro» (Gaspari parlava anche di rivedere la convenzione con la Multiservizi, cosa che non sembra avvenuta, per cui al Comune spetterebbe soltanto il 25% degli introiti, per una cifra che può essere stimata attorno ai centomila euro, multe escluse).

«A San Benedetto abbiamo forse le tariffe più basse tra le località turistiche di pari importanza – continua Capriotti – A fine stagione, ad ogni modo, forniremo i dati esatti e dettagliati sui proventi dei parcheggi a pagamento. Le stime che abbiamo attualmente a disposizione delineano comunque un maggiore incasso di circa 100 mila euro rispetto al 2007» (ricordiamo che nel 2008, oltre alla diminuzione della tariffa oraria, i parcheggi sono stati estesi fino a mezzanotte e nelle traverse limitrofe fino a via Volta).
«Tra le più importanti conseguenze di questo provvedimento», spiega l’assessore, «una maggiore facilità nel trovare parcheggio sul lungomare, la riduzione degli incidenti (e a settembre l’Ufficio tecnico del Traffico, con l’apporto dell’ingegner Canestrari, fornirà i dati esatti su questo), e un notevole incremento nell’uso della bicicletta, come ognuno poteva e può riscontrare percorrendo il lungomare e osservando sia le bici in circolazione, sia quelle parcheggiate di fronte agli stabilimenti balneari. È fuori luogo la polemica sull’aumento delle multe, specialmente da chi si fa paladino dell’ordine, in quanto le multe stesse vengono elevate se si infrange la legge».

«La sosta a pagamento è stata pubblicizzata sia sugli organi di stampa, sia sul B.U.M., sia con la segnaletica orizzontale e verticale sul lungomare stesso», è la conclusione. «E quindi riteniamo di non aver operato peggio del Comune di Senigallia, citato dagli incauti detrattori. Nei giorni scorsi abbiamo infatti contattato la Polizia municipale di quel Comune, e ci è stato precisato che solo nella settimana precedente l’istituzione dei parcheggi a pagamento, e non dai Vigili, è stata svolta una campagna d’informazione attraverso un volantinaggio. Dopodiché, tutte le auto sprovviste dal tagliandino per il parcheggio sono state regolarmente multate, così come è giusto che sia. Ritengo che una campagna come quella portata avanti da An sull’eccessivo numero di multe sia diseducativa nei confronti dei cittadini, che in base a queste affermazioni quasi trovano una giustificazione a non rispettare le normative vigenti. Un atteggiamento sconveniente da parte chi ha governato la città».