«Attualmente fanno promozione turistica, quella vera, soltanto i privati, l’associazione Acb.Sbt e Cupra Marittima. Manca una sinergia di idee, uomini e fondi per promuovere tutto il territorio oltre ad un unico punto di riferimento. Ognuno va per conto suo con conseguenze negative per tutti», sono parole non di un imprenditore turistico sambenedettese che vuole magari accentrare su San Benedetto del Tronto tutte le operazioni pro turismo e trarci un tornaconto, in virtù delle maggiori dimensioni demografiche.
Le ha pronunciate Alberto Ricci, titolare del camping Calypso a Cupra Marittima, località unanimamente riconosciuta per l’impegno che profonde nella promozione, durante inverno e primavera. Evidentemente Ricci ha capito che non basta e che l’unione delle forze potrebbe migliorare sensibilmente la ricettività turistica di tutta la Riviera delle Palme. Ha aggiunto anche che «prima di concordare una promozione unilaterale occorre capire le esigenze, le idee e le proposte di tutte le categorie, dai camping agli alberghi, dalle pensioncine ai B&B (Bed and Breakfast), si dovranno prima ascoltare i pareri dei propri associati poi stabilire una linea unica per l’intero nostro terrotorio turistico».
Ricci non sapeva che una settimana prima avevamo ascoltato lungamente il presidente dell’Assoalbergatori “Riviera delle Palme”, Pericle Guidotti, che si era espresso in maniera quasi identica «San Benedetto tiene ancora in termini turistici perché ha una lunga tradizone frutto del gran lavoro promozionale espresso dai nostri avi, dai pioneri del turismo sambenedettese. Grandi persone che hanno trascinato un intero territorio, il quale senza San Benedetto, farebbe parte di una terra “sperduta” nell’estremo sud della Regione Marche. San Benedetto, grazie al lungomare, grazie alla perspicacia dei vari Camiscioni, Mazzocchi ecc, grazie ai tantissimi alberghi, ha fatto finora da traino per le varie località minori che ne hanno giustamente approfittato».
Proprio così, con la differenza che la crescita turistica generale di Grottammare, Cupra Marittima, Acquaviva Picena, Monteprandone, Ripatransone ha un po’ confuso le idee. Escluderei Cupra Marittima che, per i motivi esposti all’inizio da Alberto Ricci, ritiene tuttora San Benedetto fulcro principale di una futura crescita. Monteprandone e Ripatransone sono rimasti umilmente al loro posto convinte che nessuno o quasi decide di andare in vacanza a Monteprandone o Ripatransone ma che, di riflesso potrebbero avere risultati economici di notevole portata. Un po’ meno convinta è Acquaviva, i cui responsabili turistici sono da sempre poco coinvolti in un discorso generale di promozione turistica, pensando magari che la promozione a livello nazionale o internazionale non sia poi così importante. Senza capire che, se i turisti diminuiscono a San Benedetto, il mercatino di Acquaviva Picena (per esempio)… andrebbe a fare i cartoni, come si dice in gergo sambenedettese. Tutt’altro discorso per Grottammare che sembra avere una specie di rivalità (inesistente per i sambenedettesi) verso San Benedetto del Tronto, dimenticando che negli anni ’70, non esistendo la denominazione Riviera delle Palme, il terzo punto di riferimento per il turismo di massa (dopo Rimini e Viareggio) era la città che oggi ha come sindaco Giovanni Gaspari. Grottammare sta dimostrando che la riconoscenza non fa parte dei loro sentimenti salvo qualche eccezione. Un esempio banalissimo lo fa capire come meglio non si potrebbe: chiedete ai bagnanti del tratto fiume Tesino-porto di San Benedetto in quale città sono andati in vacanza. L’ottanta per cento vi risponderà: a San Benedetto del Tronto. Vi assicuro che il mio essere sambenedettese nulla c’entra su questa mia convinzione che magari i nostri lettori potranno condividere, bocciare o promuovere.
Un problema di frammentazione e deleterio campanilismo che riallaccio ad altre considerazioni del presidente Pericle Guidotti: «E’ indispensabile che già alla fine di questa estate si formi una commissione di sei-sette-otto persone esperte del settore (che nulla hanno a che fare con la politica) le quali prendano di petto il momento turistico che stiamo vivendo per cercare soluzioni, sinergie economiche, idee nuove in grado di dare una svolta alla tendenza negativa – arrivata magari non per colpa di qualcuno ma semplicemente perché è aumentata la concorrenza – verso la quale il nostro territorio si è incanalato da alcuni anni». I risultati andrebbero poi presentati alle varie amministrazioni comunali, ai politici che dovranno tenerne conto per gli interessi generali e non per difendere le proprie poltrone.
Giusto, qualcosa s’ha da fare prima che sia troppo tardi. Un motivo per cui, sin dalle prossime settimane, non molleremo la presa su questo importante argomento dedicandogli inchieste e sollecitazioni. Anche “pesanti” se servirà.
Chiudo con la situazione grottammarese, secondo me, la più riluttante ad un progetto simile. Lo faccio citando una lettera ironicamente critica di Umberto Scartozzi, titolare del camping Don Diego, al comandante dei vigili urbani della sua città: «Grazie comandante! Grazie, grazie per la bella accoglienza che lei e il suo comando rivolge ai turisti appena arrivano a Grottammare, stanchi dopo una nottata in autostrada tra file di auto e caldo afoso. Grazie. Originale poi la sua idea di fare il “regalino di benvenuto” la mattina presto a me, ore 7.30, con una bella multa in “divieto di sosta per autocaravan”, proprio 30 minuti prima che si apra il cancello del nostro campeggio. Non solo grazie, a nome di costoro che la salutano per l’accoglienza, ma complimenti. Complimenti per il suo lavoro e la sua prontezza, che però sparisce quando si deve controllare chi, dopo mezzanotte, supera e non rispetta le regole con le feste notturne. Chissà come mai, eh comandante!?»
Grottammare, 9 agosto 2008.
Pubblichiamo solo ora a fine estate, quindi a bocce quasi ferme, questa protesta che andrebbe evitata senza però nulla togliere alle ragioni di Scartozzi. Un po’ di tolleranza va usata nei confronti degli ospiti. Senza però esagerare come nel caso degli eccessi nei decibel, come ho avuto modo di appurare, in piena notte di fronte ad alberghi (Eden per esempio) che da anni chiedono, a beneficio dei propri clienti, il rispetto delle regole. Effettivamente il problema è quasi ignorato dagli organi competenti. Politici e istituzionali. Una tolleranza un po’ “equivoca”, a Grottammare, esiste.