GROTTAMMARE – «Solo alcune considerazioni di carattere squisitamente imprenditoriale: è sempre buona regola “lavarsi i panni sporchi in casa”, e dare un segnale positivo soprattutto a chi sceglie i nostri lidi per le proprie vacanze o per il proprio intrattenimento».

Esordisce così Natalino Mori, direttore dello chalet Mojito, in risposta alle ultime polemiche sui rumori notturni avanzate dal presidente dell’AOT Umberto Scartozzi, titolare del Camping Don Diego. Mori, prima di rispondere, lancia qualche “sasso politico”:«Faccio senza dubbio riferimento all’ennesima entrata a gamba tesa del presidente dell’AOT Scartozzi, sul “rumore estivo insostenibile” (CLICCA QUI PER LEGGERE L’ARTICOLO, così come ad altri precedenti interventi. Premesso che il fatto che tale associazione si sia formalmente e ufficialmente schierata a supporto di una lista elettorale alle ultime amministrative (in buona pace di gran parte dei suoi ignari e incolpevoli associati), se da una parte la rende unica in Italia per la violazione del principio di apoliticità di tutte le associazioni imprenditoriali, dall’altra la dice lunga sulla attendibilità e obiettività delle esternazioni del suo Presidente».

Nel comunicato inviato si ricorda come Grottammare sia una località turistica prettamente balneare e che, «cercando nei più attuali manuali e trattati di marketing di settore, fra le modalità turistiche, affianco a quella termale, sciistica, congressuale, ecc, non sono riuscito a scovare quella familiare, tanto invocata dai paladini della assoluta e insindacabile quiete vacanziera. Questo per ricordare, che seppur con il dovuto buon senso, non si possono promuovere le proprie strutture per il fatto di essere a 10 metri dal mare e contemporaneamente pretendere di garantire, in modo assoluto e rigoroso, il mantenimento di un silenzio liturgico e appenninico».

Mori ripercorre la storia grottammarese, che con la movida del Kursaal ha sempre portato gente in riviera, ma anche di come, negli ultimi tempi, le ristrettezze economiche portino le persone a viaggiare meno o per meno tempo, portando di conseguenza gli operatori turistici ad adattare la loro offerta, equilibrandola sia per il turista che pernotta sia per quello pendolare.

Una conclusione lungamente di getto quella di Mori, che pubblichiamo integralmente.

«Se persiste il provocatorio interrogativo “È cosi che facciamo turismo a Grottammare?”, voglio associarmi alla riflessione e aggiungere qualche elemento in più rispetto alle reiterate ma talvolta distratte esternazioni del Presidente: si invoca la destagionalizzazione e si aprono i camping e gli hotel solo a Giugno, chiusi a Pasqua, Settimana della Pentecoste, Primo Maggio, fine Maggio.

Si invoca la quiete e si infesta tutto il quartiere per tutta la settimana sin dall’ora di cena con le attività di animazione e intrattenimento interno a camping/hotel, in barba a tutte le regole di impatto acustico.

Si invitano gli operatori a fare sistema, ma alle reception si avvisano con minacciosi cartelli i propri clienti, mettendoli in imbarazzo, sulle attività balneari “non collaborative” con la propria struttura ricettiva.

Si mantengono strutture alberghiere fatiscenti e ormai desuete in assenza dei minimi requisiti costruttivi. igienici e di sicurezza

Si invoca la ecosostenibilità delle attività turistico/ricreative e si mantengono centinaia di metri di garage con il tetto in eternit (altamente tossico ed inquinante) a pochi metri dalle camere e si pubblicizza, nel sito dell’Associazione compreso, l’aria condizionata su tutte le camere pur non avendola.

Inoltre, nel 2008 può esistere ancora negli hotel a 3 stelle l’aria condizionata a richiesta? (ma che significa?).

Si denuncia il boicottaggio alla attività promozionale e comunicativa dell’Associazione Operatori Turistici di Grottammare, per via del numero telefonico errato sulle pubblicazioni comunali, ma se un turista riesce a trovarlo e lo formula giusto, la risposta dell’operatore è “Pronto! Cartoleria Studio X, Buongiorno!”

Si parla di politiche turistiche comprensoriali e si costituisce una associazione albergatori ogni chilometro, magari senza sede e numero di telefono.

Si denuncia con una esemplare sensibilità ambientale, la incompatibilità di intrattenimenti musicali con il nostro lungomare, e si sponsorizzano ufficialmente le stesse tipologie di attività, perchè svolte pochi metri più in là, non di fronte al proprio albergo ma a quello di un altro;

Si rimarcano gli schiamazzi dei giovani turisti mentre i propri familiari scorrazzano sul lungomare in piena notte con grosse motosmarmittate”?

Si proclama il fatto che i turisti se ne vanno dicendo di non tornare più a Grottammare, in realtà in molti casi non tornano in quella struttura, ma tornano a Grottammare e magari vanno in un hotel ancora più vicino alle fonti di disturbo, ma più fedele alla scheda pubblicizzata?

Allora di cosa parliamo? O meglio, di quale anarchia?

Spero che tutti gli imprenditori albergatori, concessionari di spiaggia, ristoratori, affitta camere, valutino la validità di questa linea di continuo conflitto seguita fino ad oggi contro tutti e magari, anche solo per un giorno, vogliano concedersi un occasione di discussione serena, per confrontarsi e concertare soluzioni equilibrate e non condizionate dagli interessi (magari politici) dei propri rappresentanti.

Grottammare, i suoi cittadini e gli operatori non hanno più energie e tempo da disperdere in lotte fra poveri e carte bollate».