SAN BENEDETTO DEL TRONTO – È possibile morire dopo aver mangiato un gelato al melone oppure dopo una pizza con mozzarella ? Lo è quando l’ingestione di un alimento, cui si è allergici, può causare uno shock anafilattico.
L’anafilassi è una reazione allergica causata da ipersensibilità e allergia verso una sostanza antigenica detta “allergene” e lo shock anafilattico è la forma più grave e potente delle reazioni anafilattiche che, se non trattato, può portare alla morte.

La sintomatologia di una reazione allergica si manifesta, in genere, entro pochi minuti dall’esposizione all’agente scatenante e può essere molto varia: eritema e prurito diffusi, orticaria, gravi difficoltà respiratorie, disturbi gastrointestinali e, nei casi più gravi, si possono avere reazioni generalizzate con shock anafilattico, sino all’ostruzione respiratoria e all’ arresto cardiocircolatorio.
Per scongiurare il pericolo di vita è necessario intervenire prontamente. Il “kit salvavita” rappresenta la prima condotta determinante, in attesa dell’intervento medico, in quanto solo pochi minuti possono essere fatali.
Si tratta di un dispositivo auto-iniettore contenente una dose standard di adrenalina che il paziente porterà sempre con sé, da usare in caso di emergenza, dopo opportuno addestramento all’uso.
L’adrenalina rappresenta il farmaco salvavita e deve avere un ruolo centrale nel trattamento acuto dell’anafilassi.

Purtroppo, in caso di allergia, l’unica forma comprovata e disponibile di trattamento profilattico è di evitare quell’alimento. La terapia con farmaco è applicata solo nel trattamento acuto.
Gli alimenti responsabili sono per lo più arachidi, noci, nocciole, sesamo, pesce, crostacei, molluschi, uova, latte, grano, soia e legumi.
Responsabili, oltre il cibo, sono anche alcuni farmaci, la gomma di lattice e, per puntura, il veleno di imenotteri (api, vespe, calabroni).

È pur vero che le persone allergiche debbono essere molto prudenti nell’evitare l’esposizione con la sostanza responsabile, ma sicuramente tutti gli addetti alla produzione e distribuzione dei prodotti alimentari sono richiamati ad essere più attenti nella realizzazione di esse.
Spesso sono presenti nell’alimento i cosiddetti “allergeni occulti”, cioè un allergene presente in un alimento diverso da quello cui è presente un’allergia, come per esempio la gelatina di pesce usata per guarnire diversi dolci, latte o soia nei salumi e in altri prodotti alimentari.
Un particolare appello è rivolto alle istituzioni per sollecitare l’applicazione delle nuove normative Europee, riguardanti l’etichettatura. Si reclamano etichette più leggibili e chiare e l’obbligo di dichiarare tutti gli ingredienti che superano il 2% in peso del prodotto finito e non più solo quelli superiori il 25%.
Per maggiore sicurezza dovranno essere dichiarate anche le tracce degli alimenti di norma considerati allergenici, così che il consumatore possa conoscere l’esatta presenza degli ingredienti, anche quelli minori.