SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Ha ottenuto l’11,54% di share il documentario “L’infame e suo fratello”, realizzato dal sambenedettese Luigi Maria Perotti e trasmesso, pur se in una versione sintetica di circa 50 minuti rispetto ai 90 originali, dalla trasmissione di Raidue “La storia siamo noi”.

Un documento molto ben curato e che è stato sicuramente apprezzato da quanti hanno potuto vederlo. La vicenda si snoda dai primi scontri di piazza che caratterizzarono la San Benedetto degli anni ’70 – dai tumulti per il recupero del peschereccio Rodi agli episodi di violenza urbana tra giovani di destra e di sinistra – fino all’incontro di Patrizio Peci con Mario Moretti, a Milano, e la formazione della colonna marchigiana delle Brigate Rosse, che si fece notare inizialmente per un assalto a Piazza Diaz, ad Ancona (a cui partecipò anche il fratello Roberto).

Poi, le storie si dividono: Patrizio vive clandestino a Torino al soldo delle Br, Roberto fa l’antennista e si sposa. Fino all’arresto di Patrizio e alle sue clamorose rivelazioni sull’organizzazione delle Br (primo pentito del brigatismo rosso), e il conseguente e inaspettato sequestro ritorsivo di Roberto e la sua uccisione.

La storia della famiglia Peci è, paradossalmente e naturalmente con qualche eccesso, una storia dell’Italia contemporanea e, soprattutto, di San Benedetto. I Peci erano originari di Ripatransone e si trasferirono in Riviera. I fratelli – e in particolare Patrizio – si sono fatti coinvolgere nei tumultuosi eventi degli anni Settanta a San Benedetto, fino alla tragica e violenta fine dell’innocente Roberto.

Ma soprattutto la vicenda Peci racchiude, forse, l’ultima San Benedetto – e, forse, Italia – che si possa ancora raccontare: perché poi tutto si è parcellizzato e racchiuso in micro-cosmi spesso autoreferenziali, che permettono di interpretare una parte della realtà ma non la sua interezza.

Per questo la tristezza di Roberta Peci, figlia di Roberto, nata 4 mesi dopo la sua morte (adesso ha quasi 27 anni), e che non riesce a perdonare lo zio («Se non avesse parlato, io avrei conosciuto mio padre») è emblematica di una generazione letteralmente senza padri.

Il documentario sarà trasmesso prossimamente in versione integrale da History Channel, il 1° agosto alle ore 21.