SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Dopo che la magistratura aquilana ha rigettato con l’archiviazione le molteplici denunce presentate da Alberto Panichi, imprenditore sambenedettese di spicco negli anni 80-90, contro 14 magistrati del tribunale di Ascoli Piceno, la “palla” passa ora alla Procura della Repubblica di Campobasso, competente in quanto ci sono di mezzo magistrati abruzzesi.
Il Panichi infatti ha sporto denuncia-querela alla procura molisana nei confronti del gip e del procuratore, di coloro cioè che dalla procura aquilana hanno deciso i sopra citati decreti di archiviazione. Una determinazione veramente eccezionale, legata alla convinzione di essere vittima dei poteri forti, sorreggono l’ex imprenditore, deciso più che mai ad ottenere giudizi e non archiviazioni.
Lo dimostra senza ombra di dubbio la nota che ci ha inviato: «Spero sia chiaro a tutti che non demorderò fino a che non verrà fatta piena luce sulla inverosimile vicenda giudiziaria che mi ha riguardato e continua a riguardarmi a cui ha fatto seguito la gogna mediatica di cui sono stato oggetto. Dovranno emergere difatti, in tutta la loro interezza, comportamenti di cui si sono macchiati alcuni personaggi. Mi auguro solo di incontrare sulla mia strada, prima o poi, chi veramente tratti la mia vicenda in modo neutrale e super partes»