dal settimanale Riviera Oggi Estate numero 732

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La città delle palme esporta musica all’estero, difficile da pensare? Eppure questa settimana parleremo di un quartetto che ha conquistato il pubblico statunitense con un tour a cavallo tra il 2007 e il 2008.

Stiamo parlando dei The Lotus, formazione in cui militano Rossano Capriotti alla voce e alla tastiera, Luca De Falco alla chitarra e alla voce, Davor Milito al basso e alla voce e Simone Biancucci alla batteria e percussioni.

Attiva da sei anni, la band giunge nel 2005 alla line up definitiva. Li abbiamo intervistati presso il Centro Giovani di San Benedetto del Tronto.

Rossano, avete composto molte canzoni dal 2002 in poi, come procede la produzione di nuove tracce?
«In questi ultimi due anni abbiamo intensificato l’attività compositiva, nel 2006 un demo con 9 canzoni, poi l’anno scorso abbiamo realizzato un qualcosa di importante, cioè un concept album con 13 tracce dal titolo “Forgotten silence”. Sostanzialmente l’album si pone in un atteggiamento di critica sociale, attraverso una vera e propria storia».

Dopo aver superato l’ostico lavoro di un concept ora avete nuove idee. Cosa bolle in pentola?
«Abbiamo molti altri pezzi altrettanto validi per un eventuale album. Potremmo tornare in studio entro l’anno, siamo con l’Alchemist Fanatics per il management & promotion, ora l’altro passo è trovare un’etichetta».

Luca, tu e Rossano curate i testi. Come potremmo definirli? Cosa “dicono” i The Lotus?
«Sostanzialmente sono riflessioni che spesso hanno un risvolto nel “riscatto sociale”. La musica invece nasce quando siamo tutti insieme, in fase di arrangiamento».

Simone, quale è la canzone che vi rappresenta di più?
«Ce ne sono alcune, ma una che sicuramente ci fa da specchio è “Dreamagotika”, divisa in due parti, come una storia che nasce, muore e ritorna al suo inizio».

Davor, veniamo al vostro recente tour negli Usa, che segno vi ha lasciato?
«La cosa più bella che abbiamo vissuto è stata il pubblico. Attento, coinvolto e coinvolgente, è raro trovare spettatori simili in Italia. Siamo stati lì e ci siamo messi in discussione, il pubblico è stato il motore del tour».

E il pubblico della Riviera?
«Ci dispiace dirlo, ma non c’è interesse per chi produce musica, questo mina gli stimoli alla base».

Non abbiamo parlato del genere che proponete sul palco…
«Non ci importa rientrare in determinate etichette perchè abbiamo molte contaminazioni. Partiamo dal rock e da lì si spazia molto. Ascoltateci sul nostro myspace www.myspace.com/thelotusrock… Provare per credere».

Servizio video a cura di Oliver Panichi e Matteo Pagnoni

montaggio Oliver Panichi

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