Dal 9 al 18 maggio Genti Tavanxhiu ha partecipato al Simposio di scultura “Valle del Turano, nel Comune di Rocca Sinibalda, nella piazza della frazione di Posticciola, hanno modellato tre blcchi di travertino gli scultori Ugo Antinori, Maurizio Perron e Genti Tavanxhiu.

Il lavoro di Tavanxhiu “Passaggio” (un gigantesco piede che sostiene un enorme peso si inserisce nel cortile dell’edificio di Poggio Moiano segnando il luogo, centro di documentazione del passaggio di diverse culture) è una robusta massa materica plasmata e modellata fino a divenire morbida linea, dolce e sinuosa.

Davanti all’ex convento di San Franceso di Arrone, dal 31 maggio al 14 giugno, gli scultori Chifu Panaite (rumeno), Emanuele Rubini e Genti Tavanxhiu (albanese) hanno lavorato blocchi di travertino per realizzare in pochi giorni sculture sul tema “La pietra e l’acqua”.

Tre opere che rimarranno di proprietà comunale da collocare ad Arrone, Casteldilago e Buonacquisto (in tal caso a ricordo dei caduti in miniera).

Con l’opera “Fiore fontana”, lo scultore racconta l’acqua, elemento vitale per qualsiasi forma di vita. In questo caso, lo fa sommando la limpidezza dell’elemento alla purezza di un fiore, magistralmente realizzato con forme sinuose e accattivanti ma semplici.

Dal 12 al 22 giugno, nel tratto di scogliera del Lungomare Madonna dell’Angelo a Caorle, si è svolta la manifestazione di scultura all’aperto “Scogliera Viva” organizzata dall’Amministrazione Comunale di Caorle in collaborazione con l’Azienda di Promozione Turistica.

Alla 14^ edizione hanno partecipato gli scultori Isa Bourland (Parigi), Silvano Cattai (Pietrasanta – Lucca); Oriana Impei (Stazzano di Palombara Sabina – Roma), Genti Tavanxhiu (Castignano – Ascoli Piceno), Bruno Lucchi (Levico – Trento).

“Scogliera viva” è il risultato del lavoro di decine di artisti di tutto il mondo di tutto il mondo, che regalano la vita al masso, che si sprigiona attraverso le forme che ci rimandano al mondo animale, all’uomo, all’amore, attribuendo così nuovi significati ad una scogliera voluta inizialmente come difesa dalla forza del mare.

Il lavoro degli scultori si svolge proprio sul lungomare, dove Genti ha realizzato la bitta (una bassa e robusta colonna, che si trova sulle banchine dei porti e alla quale vengono legati o avvolti i cavi d’ormeggio) del faro, che l’artista definisce “un ringraziamento per quello che è il fratello dei marinai di tutto il mondo”.